Caso Calabona, interviene la Consulta Ambiente e Territorio della Sardegna
"Al presidente Francesco Pigliaru chiediamo perché non commissaria, domani, tutti quei comuni importanti che, come Alghero, hanno finora disatteso le disposizioni di leggi regionali e dello Stato"
Alghero, un palazzo a 5 piani potrebbe sorgere a pochi passi dal mare di Calabona. Ci sono due aspetti che s’intrecciano nel caso segnalato da varie associazioni (Grig, WWF, ItaliaNostra, Lipu, Comitato Scogli Piatti-Aho) e che vanno al di là del caso specifico.
Il primo aspetto riguarda le zone B dove edifici, come quello in discussione, possono ancora crescere inopinatamente. Le inestinguibili zone B – previste abbondantemente dal Comune nel secolo scorso – incistate in uno strumento urbanistico con la visione di un’altra epoca. Un piano regolatore “guai a chi lo tocca” per cui sono di fatto disattese le leggi che si sono succedute fino dagli anni Ottanta. No ai Piani Territoriali Paesistici (PTP) del 1993 e doppio no al Piano Paesaggistico Regionale (PPR) 2006, cioè il rifiuto della più aggiornata disciplina in materia paesaggistica. Il Piano Regolatore Generale (PRG) di Alghero sopravvive incivilmente, come in altri comuni sardi soprattutto costieri.
Per queste cangianti zone B servirebbe una rivalutazione ambientale paesaggistica aggiornata e una attenta contabilità sulle aree per servizi (mq/ab) indispensabile per conoscere la loro adeguatezza funzionale e dimensionale alle crescite, ossia agli incrementi di volume decisi pure per via dei numerosi pianicasa succedutisi dopo il 2009.
Il secondo aspetto è appunto l’ultimo pianocasa LR 8/2015 (prorogato l’altro ieri dal governo Pigliaru) che nello spirito anarchico dei pianicasa (copyright Silvio Berlusconi) consente ad Alghero di sommare la procedura derogatoria voluta dalla Regione al rifiuto del Comune di adeguarsi alle leggi. Un connubio nefasto per la città che si vuole candidare a competere nel mercato turistico dei prossimi decenni (o a capitale della cultura), e che invece di moderare gli appetiti palazzinari li suscita. Le zone B immaginate come rendite per pochi sono un danno per la comunità come altri insopportabili vitalizi.
Servirebbe adeguare rapidamente la pianificazione locale, anche anticipando la conclusione (si sta facendo per le aree della bonifica).
D’altra parte le toccanti promesse del sindaco sull’urbanistica sono state deludenti e si teme che disattenderanno le attese dei cittadini di Alghero che s’immaginano una città svincolata dal ciclo edilizio che la sta impoverendo. Una valutazione nel quadro della redazione del Piano Urbanistico Comunale (PUC) alla luce di nuove previsioni di legge mitigherebbe gli effetti di aberranti previsioni.
Al sindaco di Alghero chiediamo cosa aspetta ad adeguare il Piano urbanistico al PPR in vigore da dieci anni. Al presidente Francesco Pigliaru chiediamo perché non commissaria, domani, tutti quei comuni importanti che, come Alghero, hanno finora disatteso le disposizioni di leggi regionali e dello Stato.
Consulta Ambiente e Territorio della Sardegna