Dieci Febbraio, la Giornata del Ricordo
L'opinione di Vittorio Guillot
Certi personaggi tentano, ancora oggi, di giustificare i massacri compiuti dai partigiani comunisti jugoslavi in danno delle popolazioni italiane dell’Istria e della Dalmazia col fatto che i fascisti perseguitarono, a loro volta, le popolazioni di etnia slovena e croata incluse, dopo il 1918, entro i confini del regno d’Italia, e quelle dei territori jugoslavi occupati nel corso della seconda guerra mondiale. Anche se è ben lontano da me il desiderio di minimizzare o di assolvere le arroganti politiche fasciste, è fuori da ogni logica giustificare o, perlomeno, attenuare i crimini commessi dai partigiani comunisti slavi. Questi, infatti, massacrarono circa 10.000 persone, gettate, spesso ancora vive, nelle foibe od annegate in mare e costrinsero circa 300.000 italiani a fuggire dalle terre in cui quei partigiani scatenarono tutta la loro barbarie.
Dalla città di Pola, per esempio, dopo il 1945, su 31.000 abitanti ne scapparono 28.000. Si tratta di dati ufficiali, in possesso del ministero degli interni della repubblica italiana fin dal 1951 e che tengono conto dei cadaveri ritrovati ed identificati, delle persone scomparse, dei profughi arrivati in Italia ed in altri stati. E’ fuori da ogni logica, innanzi tutto, perché, se il fascismo commise crimini ed ingiustizie, era, ed è, è un principio di civiltà che si individuassero e punissero i responsabili di crimini ed ingiustizie mentre era, ed è, barbaro ‘colpire nel mucchio’ e, cioè, scatenare la propria rabbia con rappresaglie feroci su chi non ne era responsabile ma aveva solo la colpa di appartenere ad una certa etnia. Se si accettasse, invece, la logica della responsabilità collettiva di tutto un popolo, si finirebbe per condividere la contorta irrazionalità nazista per cui, dato che alcuni banchieri ebrei avevano approfittato della crisi economica e della fame che aveva afflitto la Germania dopo la prima guerra mondiale, tutto il popolo ebraico doveva pagare amaramente le colpe di qualche speculatore.
Credo, invece, che tutti concordiamo che quell’ atteggiamento fu una porcata mostruosa. A parte ciò, non è vero che l’odio di certi delinquenti partigiani comunisti slavi sia sorto solo a causa delle angherie fasciste. Quell’ odio ed il desiderio di eliminare gli italiani è molto più antico. Infatti sul giornale ‘Novi Mir’ del 6 dicembre 1920, cioè di due anni antecedente alla conquista del potere da parte del fascismo, stampato a Spalato in lingua croata, si leggono queste sanguinarie espressioni: “Il secondo anniversario del nostra unità e libertà è stato per gli italiani di Spalato un buon ‘memento’ per le loro azioni future. Essi sono morti e debbono adattarsi alle circostanze…. Noi siamo lontani dal riconoscere gli italiani come amici e l’Italia come alleata. Diciamo solo che gli italiani della Dalmazia troveranno negli jugoslavi i loro carnefici.”
Aggiungo che i partigiani comunisti jugoslavi massacrarono in Istria e Dalmazia, una volta vinta la guerra, numerosi antifascisti di etnia italiana. Per esempio, trovarono la morte a Fiume gli esponenti non comunisti del Comitato di Liberazione Nazionale. Il, più noto fra loro era Angelo Adam, mazziniano, reduce dal confino di Ventotene e dal lager nazista di Dachau. Aggiungo che Milovan Gilas, vice del dittatore comunista jugoslavo Tito durante la guerra partigiana, in una intervista del 1991 disse testualmente: “Io e Kardelj andammo in Istria ad organizzare la propaganda anti italiana. Si trattava di dimostrare agli alleati che quelle terre erano jugoslave e non italiane. Certo che non era vero, ma bisognava indurre gli italiani ad andarsene via, con pressioni di ogni tipo. Così fu fatto”.
Questi episodi terrificanti mostrano ampiamente che il comportamento tenuto dai partigiani comunisti jugoslavi costituì una feroce ed ingiustificabile pulizia etnica. Io spero che questa gentaglia venga condannata almeno moralmente e che non si torni mai più in dietro da una simile condanna. Purtroppo anche in Italia, invece c’è ancora qualcuno che, per ignoranza o malafede, o per entrambe le ragioni, va in giro raccontando balle tese a scagionare gli orribili crimini dei comunisti jugoslavi. Sarebbe bene che questi ‘negazionisti’ o ‘giustificazionisti’ o ‘miminizzazionisti’ si rendessero conto semplicemente di essere gli squallidi difensori di una genia di criminali. Certo, per prendere coscienza di un simile fatto, dovrebbero possedere un briciolo di onestà morale, cosa di cui, purtroppo, sembra che siano assolutamente privi.