A 18 anni Julian Cantu inventa un reggiseno che rileva il cancro al seno: “Lo devo a mia madre”
Il dispositivo ideato da Julian Rios Cantu, ancora allo stato embrionale, si chiama Eva ed è dotato di circa 200 sensori che rilevano i sintomi del cancro al seno. “Non voglio assolutamente che altre persone vivano quello che ho passato io con mia madre, morta di tumore quando avevo 13 anni”.
Ha sofferto che era ancora un bambino per la morte della madre, portata via giovanissima da un cancro al seno, dopo una inutile e doppia mastectomia. Per questo, e per aiutare altre donne a sfuggire a quel dolore, Julian Rios Cantu, 18enne di origine messicana, ha inventato un reggiseno in grado di rilevare i sintomi di questo tipo di tumore, entrando a far parte dell’olimpo dei geni della tecnologia di ultima generazione. La sua creazione potrebbe in effetti rivoluzionare il mondo della medicina: il reggiseno in questione, chiamato Eva ma ancora allo stato embrionale, dotato di circa 200 particolari sensori, permetterebbe di intervenire tempestivamente contro la malattia, non appena cominciano a verificarsi i primi segnali.
Tutte le informazioni vengono poi conservate in un applicazione per smartphone collegata al dispositivo. Nel caso in cui i valori, come il peso e la forma del seno e la temperatura corporea, dovessero cambiare improvvisamente, sarà lo stesso reggiseno a notificare alla donna che è giunto il momento di fare un controllo più approfondito. Per di più, il device non deve essere indossato tutti i giorni e a tutte le ore. Bastano tra i 60 e i 90 minuti a settimana per verificare la presenza o meno di eventuali campanelli d’allarme. Per far sì che il suo progetto diventi realtà, Julian ha fondato la Higia Tecnhologies, che nei giorni scorsi ha ricevuto il prestigioso Global Student Entrepreneur Awards (Gsea) conferito a Francoforte, in Germania.
“Non voglio assolutamente che altre persone vivano quello che ho passato io con mia madre”, ha detto il ragazzo, che aveva solo 13 anni quando la donna è morta. Il suo prototipo è ancora in fase sperimentale e non esistono certezze ufficiali del suo funzionamento o della sua efficacia diagnostica. Tuttavia, il dispositivo continua a essere migliorato e studiato nella speranza che i medici possano cominciare a raccomandarlo come strumento di prevenzione del cancro al seno.
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