«La siccità si evita con l’uso di tutte le risorse idriche»
A Sassari si è tenuta una riunione tra i comuni e associazioni di categoria con l'obbiettivo di cercare una soluzione per far uscire il territorio dalla grave crisi idrica che rischia di mettere in ginocchio le aziende agricole del nord ovest della Sardegna.
Programmazione degli interventi per l’utilizzo si tutte le risorse dei bacini, eventuale utilizzo dei reflui e corretta comunicazione nei riguardi degli agricoltori e dei cittadini sui parametri dell’acqua reflua utilizzata per irrigare. Queste le tematiche discusse questa mattina a Palazzo Ducale in una riunione che ha visto seduti attorno al tavolo i Comuni di Sassari, Alghero, Porto Torres e Olmedo, quindi le associazioni di categoria Coldiretti, Cia e Confagricoltura. L’obiettivo è quello di cercare una soluzione per far uscire il territorio dalla grave crisi idrica che rischia di mettere in ginocchio le aziende agricole del nord ovest della Sardegna. E i quasi 10 milioni di metri cubi di reflui prodotti dal depuratore di Sassari, che adesso sfociano in mare, potrebbero essere una risorsa per l’agricoltura del territorio ormai a secco.
«Di siccità si parla già dall’autunno – ha detto in apertura di incontro il sindaco di Sassari Nicola Sanna – e la preoccupazione era già alta. Se aggiungiamo che circa il 52 per cento dell’acqua immessa in rete per uso civile si perde lungo il percorso, si crea una situazione di grande difficoltà». Aggravata dalle perdite dell’acqua nelle condotte per uso agricolo, stimata in circa il 30 per cento.
È stato il presidente del Consorzio di bonifica della Nurra, Gavino Zirattu, a tracciare un quadro, preoccupante, della situazione dei bacini che approvvigionano la Nurra. In dieci anni si è verificata una situazione altalenante che ha visto i bacini passare dai 66 milioni di metri cubi nel 2005 sino ai 98 del 2010 per poi ritornare ai 40 del 2015. «Della siccità non bisogna occuparsene in questo periodo – ha detto – e bisogna fare programmazione per tempo. I bacini devono essere tenuti a livelli ottimali, perché soltanto così si possono superare situazioni come queste». Zirattu quindi ha ricordato che l’utilizzo delle acque reflue depurate, in particolare quelle che provengono dal depuratore di Sassari e che ora si gettano a mare, potrebbero essere utlizzate per alimentare i bacini, in particolare quello del Cuga.
Sarà quindi necessario decidere su questo utilizzo «che – ha sottolineato Battista Cualbu di Coldiretti – vede dubbiosi gli agricoltori» per la necessità di conoscere i parametri dell’acqua. Apertura al dialogo sull’uso delle acque reflue depurate è arrivato dall’assessore all’Ambiente del Comune di Porto Torres Cristina Biancu che ha auspicato il conivolgimento delle istituzioni locali e degli agricoltori. Apertura anche da parte del Comune di Olmedo con il vicesindaco Mirko Ferralis e dal presidente della Confagricoltura Matteo Luridiana. Il presidente provinciale della Cia Giovanni Canu, ribadendo la positività dell’idea, ha fatto però presente come si potrebbe incontrare il parere contrario del Comune di Uri che su quello specchio d’acqua vuole avviare iniziative turistiche e ambientali.
Per questo motivo, ha suggerito il sindaco di Sassari, sarà anche opportuno un ulteriore incontro con al tavolo anche i Comuni di Uri e Ittiri che da quel bacino traggono risorse. Risorse economiche, invece, potrebbero arrivare dalla Regione, dove oggi saranno i consorzi della Nurra, Gallura e Chilivani-Ozieri. «L’assessore all’Agricoltura – ha aggiunto Gavino Zirattu – si è impegnato a trovare risorse, sta anche a noi proporre le possibili soluzioni».
«Se c’è questa disponibilità – ha rimarcaro l’assessore all’Ambiente del Comune di Alghero Natacha Lampis – allora dobbiamo agire e programmare per non doverci più ritorvare in una simile situazione». Quindi un passaggio sull’utilizzo dei reflui. «Da parte nostra non c’è nessuna remora – ha detto – ma dovremo avviare una campagna di comunicazione che consenta di spiegare ai cittadini l’utilizzo di questa risorsa».
E tra le risorse possibili anche quelle che arrivano dalle acque meteoriche che, per effetto della rete stradale vengono smaltite assieme alle acque nere. «Questo diventa un costo notevole per le amministrazioni – ha detto Nicola Sanna – mentre sarebbe utile che queste avessero un trattamento diversificato». «Dobbiamo fare fronte comune per una soluzione che consenta di superare le emergenze attuali – ha chiuso l’assessore alle Politiche ambientali e agricole Fabio Pinna – e che ci veda impegnati in una programmazione a lungo termine».