«Sconfiggere la Peste suina per liberare il potenziale delle zone interne»

Per il presidente della Regione Francesco Pigliaru «E' necessario fare rete per diffondere il turismo dalla costa fino alle zone dall'interno, che hanno un grandissimo potenziale».

«E’ necessario coordinarci, fare rete, per diffondere il turismo dalla costa fino alle zone dall’interno, che hanno un grandissimo potenziale. Sappiamo che sono moltissimi i turisti interessati a visitare l’interno della Sardegna e a conoscere i nostri prodotti. Ma se poi non riusciamo a sconfiggere la peste suina, di cosa stiamo parlando? Non esiste.» Lo ha detto ieri mattina (sabato) il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, rispondendo alle domande dei giornalisti a margine dell’intervento sul palco del Sardinian Job Day Turismo, ospitato alla Fiera di Cagliari.

“Abbiamo bisogno di una grande azione collettiva per liberare le risorse che ci sono nell’interno, e sono tante”, ha proseguito Pigliaru. “Se continuiamo a dare spazio a persone che vogliono vivacchiare nell’illegalità tenendo in ostaggio un intero settore, allora non andiamo da nessuna parte. Vogliamo che i turisti vengano qui e vadano verso l’interno magari proprio perché lì si mangia il prosciutto più buono del mondo. Dobbiamo farlo e dobbiamo farlo tutti insieme”.

La Regione procede ferma sulle sue decisioni sul fronte della lotta alla peste suina africana, senza arretramenti, per sconfiggere definitivamente la malattia attraverso azioni programmate da tempo e dando attuazione al piano di eradicazione affidato all’Unità di progetto e rilanciare l’intero comparto suinicolo.

Sono disponibili oltre 50 milioni di euro per il settore, nell’ambito della Misura 14 del Benessere degli animali inserita nel nuovo Programma di sviluppo rurale. Risorse consistenti, che possono essere utilizzate da tutte le aziende che rispettano le norme di legge. Sono due le condizioni per poter beneficiare delle risorse destinate al benessere animale: rispettare le regole e sottoporsi ai controlli sanitari. Il pascolo brado – viene ricordato ancora – non è una garanzia di qualità, tutt’altro. L’animale che si muove liberamente nelle campagne non opera alcuna selezione nel momento in cui si alimenta e spesso e volentieri entra in contatto con i cinghiali, portatori in diversi casi della PSA. Occorre, quindi, superare l’errata convinzione che il pascolo brado sia da associare a buone pratiche.
Chi viola la legge, ribadisce l’Udp, arreca un danno a tutto il comparto, perché impedisce lo sblocco definitivo dell’embargo delle carni suinicole sarde, con una gravissima limitazione per le aziende virtuose.

L’Unità di progetto sottolinea, inoltre, che attribuire responsabilità ai Sindaci per le azioni messe in campo dalla Regione è sbagliato e ingiusto: gli amministratori non conoscono quando e dove la task force opererà e non possono in alcun modo impedirne l’intervento. Dagli amministratori del territorio è da attendersi un segnale chiaro di rispetto delle regole.

14 Febbraio 2016