Spending review: arrivano i tagli
La spending review si abbatte su sanità, province, giustizia e scuola scontentando (quasi) tutti. Il governo approva interventi per la riduzione della spesa pubblica consentendo risparmi allo Stato per complessivi 26 miliardi in tre anni: 4,5 miliardi per il 2012, 10,5 miliardi per il 2013 e di 11 miliardi per il 2014. Le novità principali riguardano il congelamento dell’aumento Iva fino al 2014, tagli del 50% sulle Province e i tagli alla sanità. Dal decreto sparisce la norma sulla chiusura del piccoli ospedali con meno di 120 posti letto.
PROVINCE – i tagli che si effettueranno sulle 107 province italiane terranno conto dei criteri di estensione territoriale (3mila km.quadrati) e popolazione (numero di abitanti inferiore a 350 mila). Sopravviveranno le province che soddisferanno entrambi i criteri, anche se ciò non significa che chi non soddisfa questi parametri scomparirà, bensì potrà procedere con l’accorpamento.
SANITA’ – si salvano i piccoli ospedali, ma lo Stato ‘raccomanda’ alle regioni la riorganizzazione della rete ospedaliera al fine di evitare doppioni e sovrapposizioni. Sempre in ambito Sanità vengono confermate tutte le altre misure di riduzione della spesa: taglio del Fondo sanitario nazionale, ridefinizione dei tetti di spesa farmaceutica, riduzione della spesa di acquisto di beni, servizi e prestazioni da privati accreditati. Confermata la riduzione dei posti letto ospedalieri con un taglio di circa 18.000 posti letto.
GIUSTIZIA – il provvedimento di revisione delle circoscrizioni giudiziarie porterà alla chiusura di numerosi tribunali. I numeri parlano di 969 uffici soppressi: 674 sedi di giudici di pace, 220 sezioni distaccate, 38 procure e 37 tribunali. Il totale del personale così recuperato ammonta a 7.603 unità, di cui 2.454 giudici, pm e magistrati ordinari. Tagli ai costi delle intercettazioni con risparmi stimati per 20 milioni nel 2012.
SCUOLA – Introduzione della pagella online: avrà la medesima validità legale del documento cartaceo sarà disponibile per le famiglie sul web o tramite posta elettronica o altra modalità digitale. Un’altra novità è che dal prossimo anno le iscrizioni alle scuole statali saranno possibili unicamente online.