Sagra del riccio sparirà? Alghero rischia di perdere il suo appuntamento storico
La Sagra del riccio è a rischio. Alghero potrebbe perdere uno degli appuntamenti storici che trainano non solo il compoarto turistico legato alle tradizioni ma anche il settore gastronomico.
Le norme attuate dalla regione Sardegna non piacciono ai ricciai. La protesta ieri a Cagliari ha preso forma inaspettata, bloccando la nave tirrania con un blitz alle 7 del mattino. Una decina di ricciai si sono spinti in rada al largo del porto, bloccando di fatto il passaggio della nave. Alla base della protesta non soltanto le severe norme imposte per la pesca dei ricci, ma anche i continui sequestri che sono stati compiuti di recente a danno dei pescatori. Ad Alghero si soffre molto per la svendita del riccio, come la definiscono in molti; innumerevoli i problemi che ci hanno posto all’attenzione diversi ricciai che abbiamo sentito telefonicamente.
Intanto che la Sagra non si farà è una voce non ufficiale ma se è realmente così, e potrebbe essere viste le difficoltà economiche e di organizzazione, sarebbe un duro colpo per le tradizioni e per i costumi di questa città. La Sagra del riccio è riconosciuta in tutta Europa, si muovono in migliaia dalla Spagna e dalla Germania, il mercato ha sempre premiato questo evento tra i più caratteristici che unisce storia, presente e futuro di un popolo che della polpa rossa ne ha fatto motivo di vanto in tutto il Mediterraneo. Oggi le difficoltà sono legate ai continui controlli, alla normativa severa, alla regole che ogni pescatore deve rispettare, alle licenze, alla concessione degli stalli. Si parla di normativa da rispettare e come tale dev’essere. La pesca del riccio parte il primo novembre e chiude i primi giorni di Maggio. Secondo alcuni pescatori il problema sta sopratutto nella classificazione dei ricci “Li hanno classificati come “bivalve”, dunque come le cozze, mentre sarebbe stato più giusto inserirli nella categoria dei filtranti o filtratori.
Così facendo sottostanno a delle regole più complesse e restrittive”. Il problema che alcuni ricciai sollevano è legato al centro di confezionamento, che si occupa della pulizia, dell’igiene, del controllo del pescato. un passaggio secondo normativa obbligatorio. Oggi si trova a San Marco e garantisce secondo regole igienico sanitarie la salubrità del pescato. Ma tutti questi passaggi costano,come è giusto che sia e il pescatore, accusa questo costo in più, che la maggior parte delle volte , se il pescato è scarso, gli costa rispetto alla vendita effettiva un po troppo. E allora può capitare che qualche pescatore pensi prima a guadagnarsi la pagnotta, che non ri rechi al centro di confezionamento, che incorra anche in qualche sanzione. I controlli sono necessari come è necessario anche che chi fa questo mestiere sia messo in condizioni di lavorare bene, considerando anche le problematiche del tempo che anche quest’anno li costringono ad uscire tre voltre al mese, come a gennaio è successo, compromettendo sia la vendita che il relativo guadagno. E di conseguenza anche il sistema ne risente. Anche la paura di poter perdere un evento come la Sagra sta pesando molto sul comparto.