I pastori sardi bloccano il porto di Olbia
La protesta dei pastori ha bloccato il porto di Olbia con centinaia di camion fermi nei pressi dell’uscita delle navi. Sono stati fatti passare solo i turisti e residenti, fermati i mezzi pesanti. Il blitz, organizzato per denunciare lo stato di degrado dell’agricoltura e dell’allevamento in Sardegna, riguarda il trasporto di bestiame nell’isola. “Le regole siano uguali per tutti, abbiamo il diritto di competere ad armi pari” ha spiegato il leader del Movimento Pastori Sardi (Mps), Felice Floris, chiedendo controlli ed eventuali periodi di quarantena per i capi non isolani.
“Ci dispiace per il disagio che oggi siete costretti a subire – scrive l’MPS in un comunicato – purtroppo la nostra situazione economica va sempre peggio, in Sardegna importiamo oltre l’80% dei beni di consumo, prodotti quasi sempre di dubbia qualità e non sempre di chiara provenienza. Tutto questo avviene nel totale silenzio della politica e degli organi preposti ai controlli”.
“Siamo stufi di sentirci dire che non sappiamo produrre e che i nostri prodotti non sono eccellenti, tante volte abbiamo visto arrivare prodotti già belli e confezionati e subito dopo ripartire per altre destinazioni, magari dopo aver acquisito un marchio sardo. Tempo fa proprio in questo porto abbiamo assistito alla tratta dei maiali che arrivavano vivi, macellati nei mattatoi sardi e subito dopo ripartivano per il continente con la dicitura prodotto in Sardegna”.
“Questa vergogna va debellata – prosegue il comunicato del movimento – le istituzioni non possono prestarsi in maniera così vile a questa truffa legale che obbliga le nostre aziende a chiudere. Noi non siamo dei protezionisti, vogliamo solamente che questi trafficanti siano scrupolosamente controllati, verificando se pure a loro sono state applicate le nostre stesse regole. Quella di oggi sarà la prima di tante altre iniziative che faremo in tutto il territorio regionale per sensibilizzare le coscienze”.