Una discontinuità feroce !
Prima di commentare la stretta attualità, ritorno per un attimo alla campagna elettorale appena passata agli atti: l’ho definita becera non perché peggiore delle precedenti, ma proprio perché uguale a quelle che l’hanno preceduta; ed a distanza di quindici giorni, confermo la mia impressione, cercando di darne le motivazioni: chi connota nel meglio o nel peggio una Amministrazione Comunale è la figura del Sindaco, e la valenza sia del Consiglio Comunale che della sua Giunta, prendono consistenza qualitativa dalla sua stessa autorevolezza (che non significa autoritarismo) e dal rispetto che la sua struttura mentale ripone nelle loro funzioni; vale a dire che la figura di un Candidato al Consiglio Comunale può avere soggettivamente tutto il carisma personale che si vuole, ma nella funzione per la quale si propone potrà esprimersi solo nella misura in cui lo stesso Sindaco lo permetterà. Questo assunto, così semplice nella sua elaborazione, si scontra nella pratica con la concezione della campagna elettorale, che ne hanno per un lato i Partiti e per l’altro gli stessi Candidati alla carica di Consigliere; una sola lista, quella di Stefano Lubrano, ha interpretato teoricamente questa idea, proponendo agli elettori un singolo manifesto con il faccione del Candidato a Sindaco per il CentroSinistra attorniato dalle fotografie che ritraevano i Candidati al Consiglio nella sua lista personale; il messaggio era chiaro: votate il Sindaco, e per i Consiglieri regolatevi secondo la Vostra simpatia, la stima personale, la capacità che gli riconoscete nello svolgimento del suo lavoro, e così via. Se, e questo è un discorso che vale sia per la Sinistra che per la Destra, tutte le liste collegate ai rispettivi Candidati a Sindaco, avessero impostato alla lettera questa idea seguita, (solo) in teoria, dalla Lista-Lubrano, avremmo avuto un doppio risultato: per una parte una assenza significativa di ‘santini’ dispersi per le strade a peggiorare una situazione di nettezza urbana da emergenza, e dall’altra parte una conquista etica di grande spessore; mi spiego meglio per quanto riguarda questo secondo aspetto.
Il problema reale della Politica Italiana sta nei suoi costi, per un verso eccessivamente alti, e per l’altro mai contemperati da risultati che li giustifichino almeno in parte; ciò è vero non soltanto nei confronti della Politica nazionale, ma diventa drammatico in quella che possiamo definire la politica territoriale, dove l’autoreferenza diventa il miglior biglietto da visita, soprattutto per coloro che si presentano per la prima volta nell’agone elettorale; basta leggere alcuni di questi ‘santini’, dove l’agiografia classica è proposta come metro di giudizio per la futura azione istituzionale; e se il ‘lavoro’, qualunque esso sia, scompare da questi sforzi autocelebrativi come ‘cifra’ fondante della propria esperienza umana, il percorso di questi ‘santini’ diventa ancora più problematico, e per certi versi selvaggio, quando due ‘santini’ si devono confrontare nello stesso ambiente, nella stessa cerchia di amici oppure nello stesso tessuto familiare; in questi casi, per forza di cose, per un voto, si è costretti alla denigrazione sistematica dell’altro, senza rendersi conto che si sta caricando il ‘santino’ di una responsabilità enorme, dal momento che la presenza in Consiglio Comunale, come del resto dimostra la storia di questo ultimo ventennio si risolverà il più delle volte in una alzata di mano per approvazione o per opposizione. A questo punto del ragionamento intervengono i benpensanti : “…. ma qui siamo alla teoria pura; la politica è competizione ed è giusto lottare per uno scranno, con mezzi leciti sia chiaro, ma se alla competizione elettorale sottrai la rivalità……”. Insomma, stiamo allevando i nostri giovani, le speranze di giorni migliori, i cultori per eccellenza dell’utopia proprio perché giovani, ad una pratica politica che di etico, ossia di servizio per il bene comune, non ha alcuna connotazione. Quando l’affermare se stessi è prioritario rispetto ad una causa che nel nostro caso è rappresentata dal Candidato Sindaco, sintesi e portatore di un programma comune, proprio allora stiamo creando i mostri che eserciteranno il ‘potere’, una volta raggiunto, nelle forme e nella sostanza mai abbastanza deprecate, che hanno condotto il panorama politico nazionale ad un punto di non ritorno ignorato tutt’ora dai Partiti. Se un seggio in Consiglio Comunale genera appetiti così insistiti, c’è da farsi tante domande che purtroppo si risolvono nelle risposte alle quali, purtroppo ci stiamo abituando. Il ragionamento è andato un po’ per le lunghe, ma ho cercato di dimostrare come gli aspetti, a prima vista formali di una problematica, possano generare approfondimenti significativi nel nostro costume.
Un aspetto scadente di questa campagna elettorale, si è rivelato nello sprezzo della legge che avrebbe dovuto regolarne la parte relativa al silenzio elettorale: durante il pomeriggio del Sabato precedente il turno di ballottaggio, un bus di colore rosso, scoperto, curiosamente addobbato a nozze, girava per le strade della Città trasportando una accolta di Persone vocianti; si sarebbe trattato solo di esibizionismo, se la parte posteriore del bus non fosse coperta dalla gigantografia di un Candidato al Consiglio Comunale; non soltanto dunque sprezzo della legge, ma cattivo gusto a tutto tondo che si è riversato anche sullo schieramento rappresentato dal Candidato. Questo secondo aspetto relativo al becerume di questa Campagna elettorale, ritengo sia figlio del protagonismo esasperato dei ‘santini’, e questa modifica alle modalità di svolgimento delle campagne elettorali future, unita ad altre misure da concordare e conquistare, potrà garantire sobrietà e crescita comune, evitandone la sua ripetizione ad ulteriore danno di chi alimenta certe esibizioni. Discontinuità non solo nella campagna elettorale : il Sindaco e la Sua Giunta saranno giudicati dalla aderenza della Loro azione ad un programma dettagliato e puntuale nella sua articolazione; i Cittadini hanno espresso il proprio voto proprio perché convinti dalla fermezza delle idee-basi, tra le quali primeggia il loro coinvolgimento cercato e provocato; e questa strada, anche se difficile, deve essere la prassi. Personalmente ritengo che l’altra discontinuità più evidente per questa nuova Amministrazione, debba essere ricercata nella gestione del Consiglio Comunale, non solo perché a dirigerlo è stata chiamata una Donna, ma soprattutto perché spetterà a Lei il compito di ridargli dignità. Ne parleremo la prossima volta.