Ateneo sassarese: esame d’inglese insuperabile: la storia di mamme che studiano
Studiare tra lavoro e figli si può, ci sono donne che lo fanno e sono fiere di farlo. Ma ci sono difficoltà. Leggete l'esperienza di questa mamma che frequenta scienze politiche
“Quello che voglio raccontare è la storia di un paio di donne, che come me per anni hanno tenuto un sogno in un cassetto, e solo dopo che i figli sono cresciuti, hanno studiato e si sono laureati, lo hanno tirato fuori: iscriversi all’università”. Inizia cosi la storia di una mamma e professionista che nonostante i sacrifici quotidiani ha voluto proseguire gli studi e conseguire una laurea. Un percorso fiddicile, arduo, ma voluto a tutti i costi. Un sogno nel cassetto per tante donne laboriose che però hanno incontrato alcuni scogli e chiedono di essere sostenute senza alcuno sconto.
La storia di questa mamma fa riferimento alla facoltà di scienza politiche a Sassari. “Arrivano in facoltà da diversi centri della Sardegna, ma questo non le spaventa; inizia il duro percorso quasi per gioco, levatacce la mattina per studiare, poi lavoro, famiglia, figli, una addirittura fa la volontaria in Cri e riesce persino ad andare in missione. Tanti sacrifici, molte soddisfazioni ogni volta che l’esame viene superato; naturalmente non vengono fatti loro sconti, anzi il fatto che non possano frequentare le lezioni le penalizza non poco, visto che gli esami per i frequentanti sono suddivisi in due parti. Ma loro vanno avanti, una di loro è ancora in corso, è riuscita in tre anni e mezzo a sostenere 16 esami. Il traguardo è vicinissimo ma ahimè….ostacolissimo per loro l’esame di inglese, sostenuto per un’infinità di volte; non si scoraggiano vanno a lezione private, sostengono altri costi, chiedono persino ad una scuola privata ma la risposta è che l’esame è veramente difficile per il livello con cui si presenta, soprattutto perchè non sono iscritte ad una facoltà di Lingue, perchè loro hanno già un lavoro ed il titolo serve per dimostrare ai propri figli ma soprattutto a sè stesse che “volere è potere”.
Ma alla fine si stanno arrendendo: si sono rivolte alle varie autorità dell’ateneo, chiedendo semplicemente non un regalo, ma un esame mirato alla loro condizione di lavoratori studenti, che pagano regolarmente le tasse e studiano tanto , forse più dei ragazzi a tempo pieno e che sono una grande risorsa per la società . Ci si chiede, in un’Italia dove le lauree ad honorem si sprecano, date persino a campioni dello sport che probabilmente i libri neanche li aprono, non è un controsenso non impegnarsi a far realizzare un grande sogno ? Scusi un altro piccolo dettaglio le donne in questione hanno superato la cinquantina. Spero questo messaggio possa essere pubblicato”. Questo il contenuto di una lettera chiarissima arrivata in redazione che abbiamo voluto pubblicare, perchè rigurada diverse donne lavoratrici e perchè crediamo senza alcun favoritismo che si possa trovare una soluzione per chi non puà frequentare quotidianamente le lezioni.