Alvau ricorda Prevert nel “I lunedi con la poesia”
La Poesia di Prévert, un inno all'amore e alla vita. Pier Luigi Alvau decida il penultimo appuntamento de "I lunedi con la poesia" al poeta francese.
“Alicante”, “I ragazzi che si amano”, “Paris at night”, sono forse tra i versi più conosciuti di Jacques Prévert, poeta, scrittore, scenografo, pittore, un artista poliedrico nato nel 1900 che ha saputo conquistare il pubblico internazionale. Ieri sera, per il penultimo appuntamento con “I lunedi con la poesia”, Pier Luigi Alvau ha ricordato le più belle poesie di Prévert, dedicando ampio respiro a quel concetto d’amore, che racchiude vigore e passione, delicatezza e spiritualità, carne e fiato in un impasto vigoroso che si poteva palpare, non solo nel ‘900 ma anche ieri sera. Un appuntamento che arriva inconsapevolmente a ridosso della “Giornata internazionale della poesia”, che mette al centro della nostra cultura, la potenza espressiva della poesia, delle passioni tramutate in versi, dell’amore raccontato in musica. Se di poesia potremmo vivere, avremo garantita l’eternità. Il nostro panorma culturale è fervido di giovani autori e grandi appassionati, che spesso non hanno spazi e non vengono valorizzati. Ieri sera invece tra le nobili passioni di Prévert Pier Luigi Alvau ha voluto il suo braccio destro, Davide Casu, con i suoi intramezzi musicali. Canzoni di cui ne è l’autore, canzoni che sente sue e riadatta, e che anche ieri ha saputo addolcire sul filone del tema amoroso degli innamorati di Prévert. Ha voluto dare un tocco di femminilità la giovane Daniela Montisci che si è cimentata in alcuni versi tra i più conosciuti del poeta bretone. Pier Luigi Alvau, immancabile nella sua gestualità narrante, ha poi interpretato alcune delle poesie più conosciute. Ciò che traspare con prepotenza è il concetto d’ amore come unica salvezza del mondo, un amore implorato, sofferto, tradito, ma alla fine sempre ricercato. Una gioia che coincide con la nascita e con la vita, e a sua volta con la primavera “le grand bal du printemps” e anche con la figura del bambino, la sua semplicità e gioia che si ribella alle istituzioni, come la scuola, quel posto dove “si entra piangendo e si esce ridendo” . Come già detto il ribellarsi alle istituzioni e la voglia estrema di libertà si ritrova pienamente nell’immagine dell’uccello, più volte presente nella poesia di Prévert. L’amore non si può incatenare o forzare, è quanto di più spontaneo esista al mondo, chiunque provi ad istituzionalizzarlo o a sottometterlo finisce inevitabilmente per perderlo. Riuscire a idealizzare queste sbarre che privano la libertà è sempre molto difficile per un interprete, ma il messaggio poetico è arrivato al cuore di chi ieri ha ascoltato Pier luigi Alvau.