Sardegna : meta per turismo omosessuale? Alghero c’è e accoglie il Gay Pride a Giugno
Turismo "gay friendly" Alghero fa da apripista con il Gay Pride
La sfida è tutta sarda, ma l’idea sembra piuttosto vincente. E si tratta di statistiche e dati che in realtà vogliono trasformarsi in una vera opportunità per la nostra isola che deve vivere di turismo e lo deve fare creando servizi e opportunità.E’ una sfida, è una volontà quella di aprire la mente, essere veramente ospitali come in realtà il sardo si vanta di essere e lasciare che la nostra terra diventi perchè no, meta di un turismo omosessuale che non ha più voglia di nascondersi, che in veritù non ha più necessità di farlo e che sceglie la nostra isola per stare bene, godersi l’estate il sole e il mare. Probabilmente la realtà più ricettiva sarà la nostra perchè Alghero è già più preparata e aperta su tanti fronti, e ospitare il Gay Pride può essere visto come un esempio per tutti, di libertà, di identità umana, di valori che vanno al di la di scelte sessuali private che non compromettono minimamente i rapporti tra uomini e donne. Dunque, per quanto non ci sia bisogno di etichetta, se di turismo omosessuale dobbiamo parlare lo si farà in termini di apertura mentale, di grande dimostrazione di accoglienza della nostra città che punta a rialzarsi economicamente e lo deve fare puntando alle risorse che in natura possiede. In primavera sarà online un portale per fare della Sardegna una meta del turismo omossessuale. Si tratta di costruire l’immagine di un’Isola realmente “gay friendly” e di preparare gli operatori del settore a dare il benvenuto ai turisti omosessuali. Non è solo una questione di civiltà. Dietro il progetto – ideato dalla società di consulenza di marketing “Sardinian way” e tradotto sul web dalla “J Service” – c’è anche il bisogno di cogliere opportunità economiche. «Il progetto – dice Alessandro Vagnozzi, titolare della J Service, società che opera sul web e ha sede ad Arborea – approderà nella realizzazione di un portale che, online entro la primavera, proporrà agli utenti esperienze tematiche gestite da gay esperti di turismo e strutture ricettive in linea coi loro bisogni. In Italia – sottolinea – il turismo gay produce un fatturato annuo di 3,2 miliardi di euro, il 7% del Pil turistico».Senza sottovalutare il fatto che,spesso e volentieri, le coppie omosessuali stanno bene economicamente e possono permettersi di spendere più delle coppie etero; da ciò deriva una capacità di spesa maggior e dunque tradotto in termini di ricaduta sul territorio, maggiori guadagni. Per essere inseriti sul portale, che andrà all’interno di un sistema di prenotazione on line, non sarà sufficiente autodefinirsi “gay friendly”. Occorrerà che gli operatori rispondano ai criteri dettati da check list e vademecum. Occorre lavorare in maniera allargata, integrata e inclusiva, assicurando presenza di strutture ricettive gay friendly diffuse ed eventi coerenti con il target ma anche rispetto e tolleranza dei diritti umani». Per questa ragione con Sardinian way collabora uno psicologo gay residente in Svizzera.