Cianobatteri e cianotossine, lo stato di salute dell’Alto Flumendosa
Durante un seminario dell’Izs a Tortolì sono stati presentati i dati di una ricerca che ha visto lavorare assieme esperti dell’Istituto “G. Pegreffi”, Asl Lanusei e Istituto superiore di Sanità
Ha suscitato notevole interesse tra medici, veterinari, biologi, chimici e tecnici di laboratorio il seminario “Contaminazione da cianotossine e riflessi sulla salute delle popolazioni animali domestiche e selvatiche e sull’ittiofauna: sviluppo di un modello di analisi del rischio”. L’incontro, organizzato nei giorni scorsi a Tortolì dall’Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna, è stato l’occasione anche per fare il punto sullo stato di salute del lago Alto Flumendosa (Villagrande Strisaili) dove, nel 2010, era stata rilevata la fioritura di Planktothrix rubescens, un cianobatterio in grado di produrre tossine.
Una esposizione puntuale e dettagliata dei risultati di un’approfondita ricerca scientifica multidisciplinare, che ha visto l’intervento di diversi relatori. A presentare lo studio (IZS SA 04/10RC) nelle sue diverse articolazioni è stata Piera Angela Cabras, dirigente del centro territoriale di Tortolì e responsabile scientifico del progetto.
La dirigente dell’Istituto zooprofilattico si è soffermata sull’importanza della ricerca sul territorio, sulla collaborazione tra l’Izs, il servizio veterinario della Asl di Lanusei e l’Istituto superiore di Sanità. Piera Angela Cabras ha fatto notare, poi, come dalle analisi effettuate «non sia emerso un quadro particolarmente preoccupante, pur richiedendo comunque una certa attenzione, nell’auspicio che in futuro possano essere intraprese ulteriori indagini conoscitive».
Ad aprire i lavori è stata il direttore sanitario dell’Izs Sardegna, Paola Nicolussi, che ha sottolineato il ruolo della ricerca applicata, svolta dall’Istituto “G. Pegreffi” in risposta alle problematiche sanitarie regionali. Le caratteristiche di cianobatteri e cianotossine presenti nel lago Alto Flumendosa sono state illustrate da Maura Manganelli dell’Istituto superiore di Sanità.
La ricercatrice è entrata nei dettagli dello studio, durato un anno, nel corso del quale sono state analizzate periodicamente le acque dell’invaso artificiale, ma anche l’ittiofauna e gli animali selvatici e domestici. Manganelli ha trattato anche il tema della valutazione del rischio e delle azioni preventive. Bruna Vodret, dell’Istituto zooprofilattico di Sassari, si è occupata del monitoraggio dei parametri chimico-fisici e dello stato trofico del lago, in correlazione a fioriture di cianobatteri tossici, senza tralasciare di elencare i possibili pericoli per la salute umana.
L’utilizzo della tecnologia per il controllo delle condizioni ambientali dei laghi (telerilevamento mediante Remote Sensing) è stato oggetto dell’interessante argomento trattato da un altro ricercatore dell’Istituto zooprofilattico, Sandro Rolesu. Andrea Orrù, biologo dell’Izs, ha invece esposto le considerazioni di biologia ambientale sui contesti lacustri della Sardegna e ha illustrato il delicato ecosistema dei laghi. Da segnalare, infine, la presenza degli alunni della quinta classe dell’Istituto tecnico industriale di Tortolì, coinvolti in questa giornata di studio per sensibilizzare le nuove generazioni alle problematiche ambientali e al rispetto e tutela del territorio.