Arriva l’IMU. Il regalo di Natale: una cinghia e un paio di scarpe
Cattive nuove arrivano dal recente studio di Confcommercio relativo ai consumi degli italiani per le prossime festività natalizie; come punto fermo si parte dai condizionamenti dettati dal prossimo appuntamento fiscale, ormai alle porte, per il pagamento dell’Imu, l’imposta Municipale Unica. Le famiglie italiane non scialacqueranno le tredicesime in eccessive spendite: i consumi ipotizzati prevedono un ridimensionamento del 13 % in meno rispetto al 2011. Quest’anno le vere preoccupazioni dei nuclei familiari sono rivolte principalmente all’imposta IMU e subito dopo alle tasse auto e canone Rai.
La principale causa del contenimento delle spese natalizie va comunque riferito al Cuneo fiscale praticamente raddoppiato rispetto all’anno scorso, che potrebbe registrare un differenziale addirittura superiore ai sette miliardi rispetto alle previsioni del governo: tutto dipenderà dalla nuova imposta sulla casa che finirà per far schizzare le tasse che nel 2012 saliranno a 9,9 miliardi , con il maggiore aumento del 94,5% rispetto al precedente anno 2011.
Una pietra miliare di riferimento sarà quindi l’IMU, che porterebbe a far lievitare la pressione fiscale in Italia ad un livello record: 45,8%. Il gettito di questa nuova imposta potrebbe superare di gran lunga le previsioni dell’erario di 21 miliardi e registrare un importo di 28,21 miliardi, sette miliardi in più di quelli previsti dal Governo. Non sarebbe male, comunque, se questo maggior gettito potesse essere in qualche modo messo a disposizione di famiglie e imprese sia per alimentare il fondo taglia tasse che per scongiurare definitivamente il paventato aumento dell’iva nel prossimo anno.
Un suggerimento: restando in ambito di regali natalizi la scelta non dovrebbe prescindere da due importanti fattori, l’utilità e l’economicità dell’oggetto. Una bella cinghia di poca spesa con un infinito numero di buchi utili da adeguare ad un progressivo dimagrimento e, a voler essere spendaccioni, un paio di scarpe magari “andanti”, che ci consentano di liberarci degli autoveicoli e relativo carburante. Ci si potrebbe accontentare di una maggiore percentuale di contatti umani, sempre che da parte dei governanti alla guidi della Nave Italia si arrivi a capire che anche per gli indigenti va salvaguardato il diritto di vivere soprattutto se rapportato alle vergognose diseguaglianze.