Sardi a rischio: beviamo alcool in quantità industriali
Perchè i sardi bevono di più e sono più a rischio? Ce lo spiega in uno studio sull'abuso degli alcolici effettuato dall'istat
Gli adolescenti fanno sempre più uso di alcolici, nel fine settimana e in particolare in singole occasioni: una serata in discoteca, una festa privata, in casa tra amici. E infatti è allarme soprattutto per il “binge drinking, ovvero l’assunzione di 5 o più bevande alcoliche in un intervallo di tempo breve.Il 31% dei sardi consuma alcolici fuori pasto, contro la media nazionale del 26%. Dal 2008 la percentuale è cresciuta in Sardegna, mentre in Italia non è cambiata di una virgola. La notizia non è nuova, ma l’Istat la conferma radiografandola attraverso i dati. Gli ultimi sono stati pubblicati ieri. Considerato che la prima assunzione di alcool avviene a 11 anni, i rischi per la salute sono altissimi.
Se nel 2013 le persone dagli 11 anni in su con almeno un comportamento a rischio sono il 13%, in Sardegna sono il 16%. Se si considera il sesso maschile, la distanza col resto dell’Italia è superiore: 28% nell’Isola contro il 21% nella media nazionale. E’ quanto emerge dal dossier sull’uso e abuso di alcol pubblicato dall’Istat ed elaborato dal Centro Studi L’Unione Sarda. Così leggiamo nel report Istat: “Per valutare il grado di rischio per la salute connesso all’assunzione di bevande alcoliche, vengono presi in considerazione il consumo giornaliero non moderato di vino, birra o altri alcolici e gli episodi di ubriacatura concentrati in singole occasioni (binge drinking). Per i ragazzi da 11 a 15 anni viene, invece, preso in considerazione il consumo di qualunque quantità di alcolici. È il complesso di questi comportamenti che delimita l’area del consumo a rischio e che è rilevante monitorare per le politiche sanitarie”. In Sardegna il binge drinking riguarda il 18,5% dei maschi contro una media nazionale del 10,4% (3,9% le donne, contro un 2,5 nazionale)”.