Incontro Regioni autonome, Pigliaru: “no a centralismo che appiattisce”

Il Presidente della Regione Francesco Pigliaru ha partecipato oggi a Roma, nell’Aula dei gruppi parlamentari della Camera, all’incontro nazionale delle Regioni e delle Province autonome per parlare di riforme costituzionali sulla base della posizione comune sottoscritta nel corso della riunione del 27 marzo scorso.

Il Presidente della Regione Francesco Pigliaru ha partecipato oggi a Roma, nell’Aula dei gruppi parlamentari della Camera, all’incontro nazionale delle Regioni e delle Province autonome per parlare di riforme costituzionali sulla base della posizione comune sottoscritta nel corso della riunione del 27 marzo scorso. La Conferenza delle Regioni e la Conferenza dei Consigli Regionali hanno trattato in riunione congiunta i temi delle riforme istituzionali, soffermandosi in particolare sul superamento del bicameralismo perfetto e sulla modifica del Titolo V della Costituzione. Relativamente al Titolo V, la posizione unitaria delle Regioni è quella di voler continuare a disciplinare materie importanti; quelle a Statuto speciale ribadiscono la specialità, con i margini di autonomia che ne conseguono.

Il Presidente Pigliaru, che era accompagnato all’incontro dall’assessore degli Affari Generali e Riforme Gianmario Demuro e dall’Assessore degli Enti Locali Cristiano Erriu, è intervenuto al dibattito portando un contributo di approfondimento sulle ragioni della specialità e sulle possibilità di miglioramento delle gestioni regionali, sottolineando nello stesso tempo le criticità che può comportare un eccessivo centralismo da parte dello Stato. “Le ragioni della nostra specialità valgono oggi come ieri: non è il diritto a un privilegio”, ha detto Francesco Pigliaru. “sono le ragioni storiche, culturali e geografiche di una differenza, che intendiamo continuare a gestire con livelli adeguati di autonomia. Livelli che abbiamo definito e vogliamo seguitare a definire in un rapporto di leale collaborazione con lo Stato, al riparo dai gravi rischi che deriverebbero da decisioni prese unilateralmente”.

Il Presidente Pigliaru ha poi proseguito portando le Regioni al centro del discorso. “Non sempre le cose sono state ben gestite, è nostro dovere fare autocritica”, ha spiegato. “Siamo davanti a una sfida e dobbiamo accettarla. È necessario entrare nell’ottica di un sistema di valutazione che comporti controllare e confrontare non solo i costi, ma anche l’efficienza e la qualità dei servizi erogati. Noi, da parte nostra siamo pronti a farlo. Le Regioni certamente hanno fatto molti errori, ma hanno anche prodotto eccellenze. Nell’istruzione e nella sanità, per esempio, esistono Regioni che si sono dimostrate molto più efficienti dello Stato. Se parliamo di istruzione, in particolare, alcune Regioni toccano punte d’eccellenza, raggiungendo livelli alti nel confronto europeo. Sarebbe assurdo sostituire queste funzioni – ha evidenziato il Presidente -, cambiarle con un servizio erogato dal Governo centrale: una soluzione centralistica rischia di annullare tali eccellenze, di eliminare alla base la diffusione virtuosa di ‘migliori pratiche’ che invece bisognerebbe prendere e fondere.”

Nelle conclusioni Francesco Pigliaru ha infine messo l’accento sulle problematiche che possono derivare da un’eccessiva centralità “Abbiamo forti dubbi che tornare a uno Stato centralista possa migliorare l’efficienza del sistema Italia”, ha detto il Presidente. “Una incauta deriva centralista cancellerebbe appunto quelle importanti esperienze e renderebbe impossibile la loro diffusione in tutto il territorio nazionale. Il nostro obiettivo e modo di agire è quello di ispirarci proprio alle ‘migliori pratiche’, e va detto che raramente le ‘migliori pratiche’ sono quelle dello Stato centrale. È chiaro dunque che un centralismo che appiattisce tutto non ci serve. Abbiamo bisogno, piuttosto, della collaborazione virtuosa tra le Regioni, della diffusione delle esperienze di successo, di aiutare chi è rimasto indietro a migliorarsi rapidamente seguendo sentieri già percorsi da altri. Uno Stato saggio non dovrebbe avocare tutto a sé, ma favorire questa collaborazione tra territori, perché crescano insieme”.

15 Aprile 2014