VIXI: Progetto Arte Contemporanea
Rebus e filmati per un intervento d'arte contemporane tutto da vivere. L'appuntamento è per il 1 Maggio
Progetto Arte Contemporanea , presenta VIXI :il Gruppo Seven, giovedi 1 maggio alle ore 19.00 e domenica 11 maggio alle ore 20 nella sede della Torre San Giovanni, Largo San Francesco apre al pubblico per presentare un idea artistica di grande effetto. VIXI è il titolo dell’ultimo progetto del Gruppo Seven. Il collettivo femminile, nato a Sassari nel 2011, si interroga sul mistero dell’esistenza, del passaggio dal contingente all’eterno. Per la prima volta, verrà proiettato in terra sarda il video “Rebus 5, 7, 5”, presentato a Roma in occasione del 51° Festival di Nuova Consonanza. In lingua latina «vixi» significa «ho vissuto, vissi»; la consuetudine degli antichi romani di incidere questa parola sulle lapidi funerarie segnò il destino del numero 17, da allora associato alla sfortuna. XVII è infatti l’anagramma di VIXI. 17 associa l’uno, il numero dell’inizio, della vita, energia, potenza creatrice, principio primo, al sette, numero del mistero e della fortuna, che regola tutti i cicli vitali e naturali.
Da questa associazione si genera per addizione l’otto, il numero dell’equilibrio, della lotta tra materia e spirito, dell’infinito, della vita dopo la morte, del passaggio dal contingente all’eterno. REBUS 5,7,5 Tecnica: bianco e nero, video. Una magica sequenza di numeri costruita intorno alla cifra 7, il corpo, le forbici, l’uovo, la giostra, i dadi. Sono queste alcune delle immagini offerte per la risoluzione del misterioso rebus, indicato nel titolo. Tutto girato in bianco e nero, soltanto nel finale il video cede il passo al colore: non a caso, l’arancione. Un omaggio a John Cage e al suo componimento «Seven Haiku», costruito sullo stilema 5,7,5: un ponte tra cultura orientale e occidentale. VIXI Installazione- Tecnica e materiali: uova di gallina; misure: 4×2 m circa. L’installazione a pavimento presenta delle uova di gallina, disposte a comporre due cerchi identici adiacenti; la forma e la distanza regolare delle uova rimanda ad un equilibrio vitale controllato, ad una generazione quasi automatica di vita, accettazione dell’esistenza come parte di un meccanismo cosmico.
Responsabile dell’impossibile fusione delle due forme circolari in un otto infinito è un uovo rotto che, inevitabilmente, mostra tutto il suo contenuto, sporcando il pavimento. Questa macchia, questa incapacità di attuazione della vita, questo gioco con la morte, si rende anello necessario della misteriosa catena, forse possibilità estrema dell’essere. Il rapporto con il mondo naturale, espresso dall’utilizzo di materiale organico, espone l’opera al deperimento e alla trasformazione nel tempo, con tutte le implicazioni che ne conseguono sul piano organolettico.