Pitbull condannato all’ergastolo dopo aver aggredito un bambino
Kevin Vicente, un bambino di quattro anni, ha perso cavo oculare e parte della mandibola a causa dell'aggressione di Mickey, il pitbull condannato al carcere a vita. Lo sceriffo, intanto, bacia il cane dandogli il benvenuto al proprio rifugio-prigione.
Di solito si procede alla soppressione, ma in questo caso il giudice ha deciso per una condanna che, comminata ad un cane, appare insolita: la prigione a vita. Mickey è un pitbull che a febbraio del 2014 ha aggredito a Phoenix, Arizona, Kevin Vicente, un bambino di quattro anni le cui cavità oculare sinistra e mandibola sono state rotte dalla presa del cane della propria baby sitter. Per il piccolo Kevin i prossimi mesi – e forse anni – saranno caratterizzate da una lenta ricostruzione delle parti lacerate. Intanto, come riferito da AZ Central, Mickey è stato condannato all’ergastolo.
La sentenza è stata emessa martedì dal giudice Deborah Griffith, che ha accolto così le proteste delle associazioni animaliste che si sono attivate in questi mesi per salvare la vita del pitbull. Mickey, castrato e a cui sono stati estratti i canini, sarà ospitato in un rifugio presso una delle prigioni sotto la responsabilità dello sceriffo della contea di Maricopa in Arizona, Joe Arpaio. Arpaio, ottantunenne repubblicano noto nel panorama politico statunitense per la sua linea dura su immigrazione clandestina e trattamento dei detenuti, si è detto felice di poter ospitare un “criminale” canino. Lo sceriffo, in un tweet, ha ringraziato il giudice per aver condannato il cane alla “sua” prigione.
Il primo maggio, tradotto il cane alla sua prigione, lo sceriffo Arpaio si è fatto scattare una foto mentre baciava Mickey. Un trattamento che lo sceriffo difficilmente deve aver riservato ad altri detenuti.
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