Fabio Aru vince a Montecampione: orgoglio sardo sulla salita di Pantani
Giro d'Italia, impresa di Aru che vince con un grande spunto sulle montagne di Pantani
Dal Monte Linas a Montecampione. Si potrebbe sintetizzare così la storia di Fabio Aru, ciclista sardo che – guarda caso – ama il mare, ma si trasferisce ancora ragazzino a Bergamo, per inseguire il suo sogno in sella a una bici. Anni di sudore e fatica, anni di nostalgia. Poi uno scatto secco ai 3 km dall’arrivo e il 23enne ciclista di Villacidro conquista la sua prima vittoria nel mondo del ciclismo professionistico. Arriva da solo, come i grandi, a braccia alzate.
Una sorpresa, ma non per gli addetti ai lavori. Il sardo, infatti, ha finora condotto un Giro d’Italia esemplare, restando sempre coi migliori, dimostrando freschezza e lucidità degne di avversari molto più esperti. Oggi, mentre i potenziali favoriti per la vittoria finale indugiavano controllandosi l’un l’altro, Fabio si è alzato sui pedali e ha lasciato tutti sul posto. L’hanno rivisto all’arrivo, per fargli i complimenti. Aru, che ora è quarto in classifica generale a 2’24’’ dalla maglia rosa, ha staccato tutti sulla salita che porta a Plan di Montecampione, non una salita qualsiasi: sullo stesso asfalto, infatti, Marco Pantani staccò il russo Pavel Tonkov durante il celebre duellò che incollò gli italiani alla televisione nella primavera del ’98.
Domani per la carovana rosa è previsto giorno di riposo. Poi si entrerà nella terza settimana, con le ultime decisive salite, tra cui la cronoscalata del Monte Grappa, e il terribile Monte Zoncolan. Per Fabio saranno giorni decisivi, da affrontare, comunque, senza pressione: « Sono contentissimo, ringrazio la squadra che mi è stata vicina, non solo oggi. Ma ho ancora tanto di imparare». Oltre a Pantani, sull’arrivo di Montecampione si impose, nel 1982, Bernard Hinault. Sia il pirata, che il francese, vinsero poi il Giro d’Italia. La concorrenza è agguerrita, Aru ha davanti campioni del calibro di Cadel Evans (vincitore del Tour de France nel 2011) e i colombiani Uran e Quintana: gente che il Monte Linas, non sa neanche dove sia. Per ora.