Servitù Militari, iRS: “lo stato italiano colpevole crea la legge per diventare innocente”
"Lo Stato italiano, grazie al decreto decreto legge 91/Dl 24 giugno 2014, n. 91, tenta di autoassolversi dalla responsabilità di aver contaminato le aree circostanti i poligoni di Quirra e Teulada, mettendo quindi in pericolo il processo di bonifica per via dell'incremento della soglia dei livelli di inquinamento che non classificherebbe più queste aree come zone inquinate".
Le attiviste e gli attivisti di iRS si sono sempre battuti per la difesa dell’ambiente, del territorio e della salute dei cittadini. Apprendiamo che oggi, grazie al decreto decreto legge 91/Dl 24 giugno 2014, n. 91 (che prevede per la valutazione dei tassi di inquinamento, nelle aree del demanio destinate ad uso esclusivo delle forze armate per attività connesse alla difesa nazionale vengano applicate le concentrazioni di soglia di contaminazione previste per l’industria), lo Stato italiano tenta di autoassolversi dalla responsabilità di aver contaminato le aree circostanti i poligoni di Quirra e Teulada, mettendo quindi in pericolo il processo di bonifica per via dell’incremento della soglia dei livelli di inquinamento che non classificherebbe più queste aree come zone inquinate. Per questa ragione iRS, tramite il consigliere Gavino Sale, è il primo firmatario di una interrogazione in Consiglio Regionale in cui si chiede: 1) una valutazione immediata delle ricadute del decreto legge 91/Dl 24 giugno 2014, n. 91 sul processo di bonifica delle aree sottoposte a servitù militari in Sardegna; 2) una verifica delle motivazioni che hanno spinto il Prof. Mario Mariani ad escludere l’inquinamento ambientale legato alle esercitazioni militari nel Poligono Interforze di Quirra, soprattutto in relazione alla sua confutazione dei risultati presenti nella relazione dell’Arpas. iRS porterà avanti questa battaglia finché non vedremo eseguite tutte le bonifiche necessarie per il rilancio economico e sociale dei territori coinvolti, i quali hanno pagato e continuano a pagare con la salute degli abitanti, con i morti e con l’impossibilità di poter produrre in tutte quelle aree devastate che hanno arricchito solo ed esclusivamente gli inquinatori. Bonificare e riconvertire quei territori sarebbe l’atto minimo che il governo italiano possa fare.