Resta l’immunità per i senatori
Riforma del senato: immunità sul piatto: tutti la vogliono.
Nell’analizzare la proposta di riforma del Senato che porta la firma del presidente del Consiglio Matteo Renzi e del ministro per le Riforme Maria Elena Boschi, ci chiedevamo se e come qualcuno avrebbe messo la faccia sulla proposta (a forte rischio impopolarità) di reintrodurre l’immunità parlamentare per i “nuovi” senatori. A sopresa la Commissione vota per lasciare l’immunità anche ai senatori, una scelta che ha sollevato le proteste del M5S. Ieri sera è arrivata la lettera pubblica del Pd al movimento di Grillo sulla legge elettorale: il partito del premier si dice pronto al confronto, ma chiede ai pentastellati di correggere alcuni “limiti invalicabili” della loro proposta. L’emendamento ha avuto il parere favorevole da parte del governo, nonostante in origine la nuova formulazione dell’articolo 68 della Costituzione lasciava questa prerogativa esclusivamente ai deputati. La decisione ha avuto “una maggioranza molto larga. Anche Forza Italia e Lega hanno votato a favore” ha sottolineato il ministro Maria Elena Boschi. Il M5S, con il capogruppo in Commissione Giovanni Endrizzi, parla di “sfregio al dialogo con i cittadini”. Hanno votato a favore Pd, Forza Italia, Ncd, Scelta civica, Popolari e Lega Nord, contro M5s e Sel. Astenuto il senatore di Fi Augusto Minzolini. È stata la stessa Anna Finocchiaro a confermare l’orientamento della Commissione, che ha giudicato l’immunità come un “presidio della libertà di esercizio delle funzioni, tant’è che è prevista anche per i giudici costituzionali e per i nostri ambasciatori quando si trovano all’estero”, snobbando le obiezioni sul “legame” con l’elettività dei membri. Un orientamento di cui ha preso atto anche il ministro Boschi, che ha spiegato come la decisione abbia avuto “una maggioranza molto larga, visto che anche Forza Italia e Lega hanno votato a favore”