L’opinione di Guido Sari sulla Biblioteca di Santa Chiara

Forse un po troppo piccola, forse non troppo accessibile ad anziani e disabili. Guido Sari scrive una lettera aperta al sindaco Bruno in merito alla nuova Biblioteca di Santa Chiara

Avendo avuto modo di vedere i nuovi locali in cui è stata trasferita la Biblioteca comunale di Alghero, chiediamo a lei signor Sindaco se condivida la scelta dell’ex convento delle Clarisse come sede adeguata per la Biblioteca comunale, cioè per quella biblioteca che storicamente e identitariamente dovrebbe rappresentare il punto di riferimento culturale più importante della città. I locali dell’ex convento sono addirittura meno capaci di quelli di via Mazzini, che a loro volta erano molto più piccoli rispetto a quelli dell’antica sede di via C. Alberto, per cui se già in via Mazzini molto materiale per anni non fu facilmente consultabile, perché conservato dentro scatoloni in una stanza non adatta a immagazzinamento e rotazioni, in questa nuova sede il numero delle opere sottratte alla consultazione degli utenti non potrà che aumentare, né la Biblioteca avrà modo d’espandersi come ogni altra normale struttura bibliotecaria. Avrà notato come in ogni città e paese, e ciò è verificabile facilmente anche guardando la sola Sardegna, quando diventa necessario trasferire biblioteche in altri spazi, questi vengono scelti o progettati più grandi affinché possano assicurare il potenziamento futuro delle raccolte, solo ad Alghero, invece, avviene il contrario. Forse ciò si verifica perché non sempre è chiaro il concetto di cultura a chi ci governa. Capiamo che è molto più semplice gestire la cultura/spettacolo che la cultura intesa come diffusione della conoscenza, che per sua natura non dà immediate gratificazioni d’immagine, però a questa mentalità come cittadini, cui sta a cuore la propria città, ci ribelliamo.

Le chiediamo inoltre se non ritenga che il rapporto tra Città di Alghero ed Università di Sassari non debba essere più paritario. Il fatto stesso che alcune aule del già angusto spazio cui è allogata oggi la Biblioteca comunale siano state cedute al Dipartimento di Architettura, in seguito ad una delle ultime convenzioni (ottobre 2013), fa legittimamente credere che tra le due istituzioni ancora non si sia raggiunta una auspicabile situazione di parità. Né si comprende perché si debba incorporare la Biblioteca comunale (i cui volumi vanno ben oltre il numero di 36.000 riportato in un recente articolo) con quella piccolissima del Dipartimento, con la conseguenza che la Biblioteca della città perderebbe anche dal punto di vista nominale e simbolico il suo ruolo di punto di riferimento per cittadini e stranieri. L’accorpamento avrebbe un senso se fosse stato possibile farlo con una delle tante biblioteche, o punti decentrati di una stessa grande biblioteca comunale, esistenti in ambito urbano, nel caso in questione, con un’unica Biblioteca comunale senza punti decentrati, appare solo come una non ponderata rinunzia ad una nostra immediata riconoscibilità culturale e storica. Non le sembra inoltre che l’attuale struttura, dal punto di vista funzionale, sia la negazione di alcuni principi, quali la scaffalatura aperta, l’accessibilità ai disabili, a cui l’architettura di una moderna Biblioteca dovrebbe uniformarsi. Lei riesce, come chi l’ha recentemente preceduta, a figurarsi anziani e disabili muoversi con disinvoltura e sicurezza tra soppalchi e scale per accedere direttamente ai libri? Poiché la struttura non è ancora a norma (le malferme ringhiere dei parapetti dei soppalchi meriterebbero maggiori commenti) né si sa quando potrà esserlo e tenuto conto della sua oggettiva inadeguatezza, le chiediamo perché non si pensi di riutilizzare per la Biblioteca comunale la sede storica di via C. Alberto, tanto più che ora dopo il restauro questa struttura può contare su di un ingresso accessibile dal piano stradale, senza ostacoli per i disabili.

Quale migliore destinazione d’uso per quei locali che reintegrarli nella loro precedente funzione? O forse sono destinati ad attività considerate più “importanti” della Biblioteca? Certamente ritenute più importanti di quel patrimonio di libri antichi che faceva della Biblioteca comunale di Alghero una delle più prestigiose della Sardegna e che ora è stato con disinvoltura sistemato alla meglio in un locale inappropriato e umido. Poiché siamo sicuri che lei, signor Sindaco, tra i diritti inalienabili colloca anche quello alla cultura, a quel tipo di cultura che è possibilità di approfondimento, ricerca e libera opzione tra diverse forme di pensiero, che solo una biblioteca può offrire, attendiamo fiduciosi, quando il Bilancio potrà permetterlo, un suo intervento che ponga rimedio a precedenti scelte solo apparentemente riqualificanti, ma che in sostanza impoveriscono l’immagine della nostra città, riducendo l’offerta dei suoi servizi culturali.

Guido Sari, 3 Luglio 2014