Dico la mia: “I programmi elettorali? Delle letterine a Babbo Natale”
Questo febbraio 2013 doveva essere ricordato come il mese della reunion, dopo 10 anni di inattività, degli SplatterPink, purtroppo i festeggiamenti sono stati rovinati dalle dimissioni del presidente del consiglio e dalle conseguenti elezioni nazionali. Esatto, un altro turno elettorale alle porte. Felicitazioni raga.
Queste elezioni però saranno diverse: immediate nei tempi, 50 giorni dalle dimissioni del presidente all’inizio del turno elettorale, politici frenetici che disegnano simboli, muovono correnti, nominano candidati e raccolgono firme da presentare. Invernali nel periodo, le più invernali della storia italiana, quindi non potete svignarvela coi soliti “no, io devo andare in vacanza”, non avete scuse. Potevano essere quelle del “cambiamento” ma no, non lo sono. I candidati, noi, la società italiana è rimasta uguale, ferma agli anni ’50. In TV c’è Don Camillo e Peppone e raccontano gli stessi atteggiamenti di oggi, cosa volete che sia cambiato?
Lo sviluppo normale della società, idee che dall’underground giovanile nascono e si massificano crescendo con l’età, qui è innaturale, sei “ribelle” fino ad un certo punto della tua post-adolescenza poi ti togli l’orecchino, ti tagli i capelli e, non nel voto ma nello stile di vita, diventi “democristiano d.o.p” o nel suo diretto sinonimo, “italiano”. Chi resiste diventa una macchietta e rimane intrappolato senza mai rinnovarsi, poi invecchia e diventa Pino Scotto.
Da questo pantano non può che venir fuori una classe politica (senza distinzioni tra chi sta in parlamento e chi si propone come alternativa), ai miei occhi, difettata in partenza e conseguenza di quello che siamo. I nomi li conoscete, le dinamiche usate per “acchiappare” voti sono le stesse: battere sugli hot-topic affrontandoli superficialmente con dei “taglierò” o “introdurrò”. Tutti i programmi sono letterine a babbo natale, con propositi idilliaci ma che in fondo sono inutili, propongono di tutto senza mai continuare il discorso con la cosa più importante: il COME.
L’esempio più calzante sono i programmi dei nuovi attori quelli che ti urlano “cacciamoli via! ci hanno rovinati!” e poi ne ricalcano le orme e ti dicono che vogliono una “copertura dell’intero paese con la banda larga”. Si mi piace molto ma, come? Prendendo i soldi da quale manovra economica? Per quanto ne so, potrebbero voler finanziare i punti del proprio programma spopolando il Molise ed usarlo per la produzione intensiva di barbabietole da zucchero. Programmi scritti in questo modo, scritti con la boria egoista del “se la nazionale di calcio l’allenassi io vinceremmo sempre” sono inutile carta straccia, aria fritta su carta.
E infatti poi usciamo ai quarti di finale prendendo schiaffi da tutti.