Coste martoriate dal cemento, l’allarme del Wwf
Tra le Regioni più colpite la Sardegna, con 91 nuove aree alterate dalla presenza di infrastrutture pesanti. L'associazione ambientalista chiede una moratoria
Una percentuale, più di tutte, rende l’idea: il 10% delle nostre coste sono artificiali e alterate dalla presenza di infrastrutture pesanti come porti, strutture edilizie, commerciali ed industriali. Il dato l’ha reso noto il Wwf che, con la pubblicazione del dossier “Cemento coast-to coast: 25 anni di natura cancellata dalle più pregiate coste italiane”, ha lanciato l’allarme per la continua cementifazione dei circa 8mila chilometri di coste del nostro Paese. Il maggior numero di casi riguarda Sicilia e Sardegna, con rispettivamente 95 e 91 nuove aree costiere invase dal cemento. Lo studio del Wwf, con il supporto di fotografie satellitari tratte da Google Earth, ha messo a confronto in particolare la situazione attuale con quella di 25 anni fa. Da parte dell’associazione ambientalista, quindi, la denuncia di una “evidente carenza di programmazione” e della mancanza di un “custode” unico considerando che la gestione è “condivisa” a livelli diversi (Stato, Regioni, Enti locali) con una frammentazione di competenze. E proprio a questi enti è rivolta la richiesta di una moratoria che blocchi nuovi costruzioni e preservi le bellezze del territorio.