Nel 2012 chiusa un’impresa al minuto: redditi al livello del 1986
Ricordate quando lo scorso luglio il premier Monti dichiarò: “”La fine del tunnel sta cominciando a illuminarsi”? Bene, aveva ragione, ma aveva omesso di dire che anziché procedere in avanti nel frattempo siamo andati indietro e l’uscita del tunnel ci riporta a ben 27 anni fa, al 1986. A rivelarlo è una ricerca della Rete Impresa Italia, che chiarisce che il reddito medio degli italiani è sceso dai 17.337 euro dell’anno scorso a 16.955. Nel 2007 era di oltre 19 mila euro. Non migliore la situazione delle imprese: tra il 2011 e il 2012 circa 100 mila hanno chiuso i battenti.
All’uscita del tunnel gli italiani troveranno anche un pesante crollo nei consumi: meno 4,4 % nel 2011, ma in previsione un ulteriore meno 1,4% per l’anno in corso. Così era nel 1998. “Tra il 2007 e il 2012 – afferma lo studio – i consumi in Italia sono diminuiti del 7,7%. Il calo maggiore si è registrato nelle regioni del Sud: -8,8%. Nel Centro la diminuzione si è attesta dal 7,7%, nel Nord-est al 7,5% e al Nord-ovest del 6,1%”.
Ma non è ancora tutto: secondo Rete Impresa Italia la pressione fiscale effettiva salirà nel 2013 a quota 56,1%, rispetto al 46,3% della pressione fiscale apparente. Nel 2012 la pressione fiscale per i cittadini in regola con il fisco è stata pari a 55,2%. “Bene ha fatto il governo Monti ad aver messo in sicurezza i conti pubblici, a rafforzare la fiducia nei confronti della capacità dell’Italia di onorare il proprio debito pubblico – ha detto il presidente di turno di Rete imprese Italia, Carlo Sangalli -. Così come è stato un bene per il nostro Paese la riduzione del costo del finanziamento del debito pubblico per via della riduzione dello spread. Tutto questo ha consentito all’Italia di recuperare fiducia e credibilità a livello internazionale. E ci ha consentito di superare i primi tornanti della crisi. Ma lo si è fatto al prezzo salatissimo di un’impennata della pressione fiscale complessiva e di pesanti effetti recessivi che ne sono derivati”.
La situazione, dunque, è assai grave e in peggioramento per il 2013. Lo scorso anno ha chiuso battenti un’impresa al minuto, con effetti evidenti anche sulla disoccupazione, arrivata a livelli record. Per questo Rete Impresa Italia ha convocato una giornata di mobilitazione nazionale al 28 gennaio. “Chiediamo di essere ascoltati – ha detto Sangalli -. Il messaggio alla politica e alla prossima legislatura partirà chiaro e forte da tutta Italia: ripartire dalle imprese legate al territorio cioè da quel tessuto produttivo che nonostante tutto non si rassegna e non vuole tirare i remi in barca”.
Tratto da www.fanpage.it ©