Il parco di Porto Conte su Gazzetta Ambiente
Il Parco di Porto Conte raccontato in 27 pagine su Gazzetta Ambiente, una delle riviste più prestigiose del panorama nazionale sui temi dell´ambiente e del territorio patrocinata dal Ministero dell´Ambiente.
Il dossier, curato da Roberto Sinibaldi, mette a confronto tre aree protette diversissime, dal punto di vista ambientale, geografico e amministrativo. Tre Aree protette legate da differenti elementi, primo tra tutti la bellezza dei luoghi, della natura, la suggestione dell´ambiente, la stratificazione della storia che li ha resi così particolari.
La prima, il Parco Valle del Treja, è un´area protetta regionale del Lazio, un parco fluviale con forti connotazioni archeologiche e paesaggistiche. La seconda è Bosco Faito, un bosco nel Frusinate salvato dalla classica “valorizzazione” edilizia perché considerato un capitale naturale irrinunciabile dalla comunità di territorio. La terza è il Parco regionale di Porto Conte, poco a nord di Alghero, che tutela un´ampia fascia costiera straordinaria da ogni punto di vista.
“Le caratteristiche delle tre aree sono ampiamente illustrate negli articoli, insieme agli elementi valoriali, alla loro genesi come aree protette – scrive Roberto Sinibaldi – da quelle che muovono i primi passi, come il Bosco Faito, dove il capitale sociale profuso ha capovolto quello che sembrava un destino segnato: l´abbattimento del bosco; a Porto Conte, un parco regionale che esiste già da oltre un decennio e che si sta facendo sempre più apprezzare per le attività ad alto tasso di utilità ambientale, con ricadute progressivamente visibili sul piano sociale e dell´occupazione, oltre ovviamente sulla tutela del territorio. E ancora il Parco Valle del Treja che esiste da trent´anni, che ha consolidato la sua presenza sul piano amministrativo, che ha sviluppato una sorta di ecologia affettiva nei suoi visitatori e che, pur essendo ben radicato nel contesto ambientale, soffre la perdurante disattenzione della politica al mondo dei Parchi. Che non vuol dire solo finanziamenti scarsi, ma soprattutto mancanza di politiche di sistema”.