Fecondazione eterologa, Regione valuta se aspettare Parlamento
Le Regioni hanno approvato all'unanimità le linee guida sulla fecondazione eterologa varate ieri da tecnici e assessori regionali alla salute
“La Giunta deciderà se andare avanti con la fecondazione eterologa prima che il Parlamento legiferi, ed è in Giunta che porterò la questione già nelle prossime ore”. Lo dice l’assessore della Sanità Luigi Arru subito dopo il via libera della Conferenza delle Regioni al documento con le linee guida sulla fecondazione eterologa, che sarà inserita nei Lea (Livelli essenziali di assistenza) per le donne in età fertile: la Sardegna, comunque, è “tecnicamente” pronta a procedere. Per la Sardegna era presente l’assessore degli enti Locali Cristiano Erriu: le Regioni hanno approvato all’unanimità le linee guida sulla fecondazione eterologa varate ieri da tecnici e assessori regionali alla salute. Ora tocca al Parlamento, che dovrà legiferare.
I CENTRI IN SARDEGNA – In Sardegna ci sono tre centri, tutti pubblici, dove è possibile eseguire la fecondazione eterologa con gameti maschili e femminili, nessuno privato: i reparti di Ginecologia dell’Ospedale Microcitemico e quelli delle cliniche universitarie di Cagliari e di Sassari. In Sardegna circa 100 coppie all’anno si recano all’estero per sottoporsi alla fecondazione eterologa, ed è una delle regioni con il più alto numero di richieste per l’eterologa a causa dell’età elevata delle coppie e delle condizioni economiche disagiate che impediscono di potersi rivolgere a centri esteri.
IL DOCUMENTO DELLE REGIONI – L’accordo tra tecnici e funzionari regionali sulle nuove norme era necessario dopo la sentenza del 9 aprile della Corte Costituzionale che ha tolto il divieto di ricorrere a un donatore esterno di ovuli o spermatozoi nel caso di infertilità assoluta: in base alle linee guida, la fecondazione eterologa sarà gratuita o con ticket, ma solo per le donne ‘riceventi’ in età potenzialmente fertile. Il limite è stato fissato a 43 anni. Tre le altre novità il bambino nato da eterologa potrà chiedere di conoscere l’identità del padre o della madre biologici una volta compiuti i 25 anni, ma sarà il donatore a decidere se rivelarsi o restare anonimo.