Venti di guerra ad Est
L'opinione di Vittorio Guillot
Lo sferragliare di cingoli ad est e gli scontri in Ucraina costituiscono un pessimo viatico per il futuro della nostra Europa. Penso che la similitudine con quanto già successe prima della Grande Guerra e del secondo conflitto mondiale non siano affatto azzardate .Malgrado ciò e malgrado le migliaia di morti e le devastazioni che tormentano quell’area, spero che si sia ancora in tempo per evitare l’estensione delle ostilità a tutto il Continente, se non, addirittura, a tutto il mondo. Non apprezzo affatto la sprezzante arroganza con cui Putin si sta muovendo e trovo logico che la NATO voglia concretamente rassicurare i Paesi Baltici e la Polonia contro una possibile invasione russa. Per altro verso capisco l’esigenza della Russia, imposta dalla sua geografia e dalla sua storia, di avere delle frontiere sicure e dei sicuri sbocchi nel Mar Nero e nel Baltico, senza i quali Essa sarebbe simile ad un colosso strozzato da un robustissimo cappio al collo. E’ anche comprensibile che per raggiungere questi obbiettivi essa cerchi la massima solidarietà dei popoli slavi , in particolare di quelli russofoni e, di conseguenza, si atteggi a loro protettrice. Questa è stata storicamente la molla della politica estera zarista e sovietica e non può che essere anche la molla della politica della Russia “democratica”(!).
Capisco pure che Essa, in questa ottica, anche se violando platealmente il Diritto Internazionale, abbia invaso ed annesso la Crimea, in cui è ormeggiata la parte più consistente della sua flotta militare e che un dictat delle oligarchie sovietiche aveva autoritariamente attribuito a Kiev benché fosse abitata prevalentemente da russi . Si aggiunga che una contrapposizione tra Europa ed Occidente, da una parte, e Russia, dall’altra , spingerebbe quest’ultima a legarsi alla Cina sia economicamente, che politicamente che militarmente anche esportando verso quel gigante asiatico il gas che negherebbe all’Europa. Non è proprio il caso che mi soffermi sugli effetti negativi che subiremmo noi europei se si costituisse un blocco politico, economico e militare di tal genere. Quale è, a questo punto, il mio desiderio che, spero, si concretizzi al più presto. E’ ovvio che io speri che lo scontro in Ucraina cessi al più presto. A mio avviso, perché ciò sia possibile, occorre anche tener conto degli interessi e dei diritti dei russi, oltre che di quelli degli ucraini e dei nostri.
Troverei logico, cioè, che si concedessero ampie autonomie ai russofoni dell’Ucraina , che si consentisse ai russi di accedere con la massima libertà e per scopi pacifici e commerciali ai principali porti e “europei” e ucraini del Mar Nero ed a quelli del Baltico, che si garantisse anche alle navi militari di Mosca una maggiore libertà di movimento negli stretti che racchiudono quei mari. Riterrei anche utile allontanare dalla mente dei russi la sindrome dell’accerchiamento che li ha sempre afflitti e, perciò, ben vedrei che nei confinanti Paesi dell’Europa si costituisse una fascia scarsamente militarizzata, o, se possibile, completamente smilitarizzata. Anche da parte della Russia occorrerebbe procedere ad una smilitarizzazione di uguale portata dei suoi territori per allontanare dai Paesi che le sono vicini la paura di una possibile invasione. Qualcuno, tempo fa, per garantire un lungo periodo di prosperità e pace al nostro Continente, avanzò l’ipotesi di far aderire la Russia all’Unione Europea. Credo che questo sia un sogno che forse si potrebbe realizzare in un futuro lontanissimo. Oggi sarebbe del tutto prematuro parlarne perché altererebbe pesantemente gli incerti equilibri interni alla Unione e causerebbe pericoli e danni.