Testate d’autore in Sardegna
L'Inaugurazione a Palazzo della Frumentaria – Rete museale Thàmus – venerdì 19 settembre, alle 18. Saranno presenti il sindaco Nicola Sanna e l’assessore alla Cultura Monica Spanedda.
Promossa e organizzata dal Circolo culturale Aristeo, la mostra di grafica editoriale sulle testate storiche è stata concepita con l’intento di riscoprire il patrimonio di informazioni e d’arte dei giornali e dei fogli del passato, sensibilizzando i visitatori sul valore educativo di queste bellissime riviste. Attraverso un’indagine storica, grafica e stilistica dei giornali dell’Otto e Novecento, Simonetta Castia e Stefano Serio, con la collaborazione dell’illustratrice algherese Claudia Catta, hanno realizzato un originale progetto di rivisitazione dell’attività grafica, editoriale egiornalistica di allora. In esposizione, più di cento pannelli ripartiti in quattro sezioni che svelano sotto una nuova luce, grazie a una accurata e inedita rivisitazione del lettering, delle immagini e delle prime pagine, i titoli dei periodici che hanno accompagnato, spesso anche orientato, la rinascita culturale dell’Isola.
Il progetto Testate d’autore presenta una rassegna di prime pagine e testate dei principali periodici sardi (con particolare riguardo alla città di Sassari) nel periodo a cavallo tra l’Ottocento e la prima metà del Novecento, con l’obiettivo di arricchire le conoscenze su una testimonianza artistica e socio-culturale sarda di grande valore. Periodo cruciale, accompagnato da un’intensa fioritura di giornali, riviste e periodici nati proprio per orientare e determinare la rinascita dell’ambiente isolano. Il percorso espositivo è stato studiato seguendo un filo conduttore caratterizzato soprattutto dalla natura dei titoli selezionati in base ad alcuni criteri: l’importanza effettiva del giornale, la valenza oggettiva del segno grafico e la rappresentatività delle copertine. L’esposizione, è ripartita in quattro sezioni: 1) periodici politici e satirici, 2) periodici umoristici, goliardici e studenteschi, 3) periodici artistico-letterari, 4) fogli socioculturali, scientifici e d’occasione. Gli spazi sono stati trasformati in un antico scenario ottocentesco attraverso l’accostamento di pannelli che raffigurano le riproduzioni ottenute dalla rivisitazione grafica delle testate. Un allestimento che garantisce fruibilità immediata con l’ausilio di grandi formati che proiettano il visitatore nella dimensione “moderna” della cronaca del tempo, grazie anche all’esposizione di parte degli originali (fra gli altri il Gazzettino ebdomadario della Sardegna, del 1793) e alla presenza di caratteri e fregi provenienti da antiche collezioni private. Il percorso è animato anche dalla scelta di realizzare, a supporto della manifestazione, una campagna pubblicitaria multi soggetto, che propone, en plein air, pillole dei contenuti presenti alla Frumentaria, quali, ad esempio, le riproduzioni delle prime pagine di alcuni periodici di particolare richiamo, sorta di moderne bacheche murarie post litteram, i cui testi siano leggibili dai passanti.
Si tratta di un approccio espositivo basato sull’esaltazione di due aspetti, creatività e divulgazione, che offre un allestimento site specific con riguardo a un rapporto innovativo e di interazione tra visitatori e luoghi. “Si parte da una semplice considerazione – spiega Simonetta Castia, presidente del Circolo culturale Aristeo e curatrice, con Stefano Serio, del progetto – la forte consistenza numerica di periodici, giornali e riviste che hanno caratterizzato la società e la cultura sarda dall’Ottocento fino alla metà del Novecento”. Esaminando le pagine di questi giornali, i titoli e la particolare veste grafica data al prodotto editoriale, filtra, in modo nitido, l’immagine di una società animata da intense passioni e caratterizzata da importanti fermenti culturali. Fatti e personaggi, sono rappresentati nelle copertine di questi splendidi periodici, conservando tutta la freschezza del fatto appena accaduto e raccontato. Tra i pannelli esposti, spiccano le testate più note, e sempre presenti, come La Nuova Sardegna e L’Unione Sarda, assieme ad altre, non meno famose e importanti, che hanno contribuito a raccontare la storia di un’epoca culturalmente prolifica. Soffermandosi sui titoli di natura culturale e socio-letteraria di La Stella di Sardegna, La Farfalla, Nella Terra dei Nuraghes o sul carattere progressista e/o conservatore delle strisce politiche (Caprera, La Squilla, La Riscossa, Il Diavolo zoppo, L’Asino), si può avere un’idea compiuta del clima culturale di allora e del prezioso patrimonio di fatti e cronache tramandato da questi periodici. L’esposizione, realizzata dal Circolo culturale Aristeo – patrocinata e finanziata dal Comune di Sassari, dalla Provincia di Sassari e dalla Fondazione Banco di Sardegna – resterà aperta dal 19 settembre al 28 ottobre, dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20.