Alghero: inaugurato il Museo della Civiltà del Mare
La villa Costantino completa il sito del Museo del Corallo con quello del Museo della Civiltà del Mare: cimeli e oggetti della marineria del passato ed attrezzi utilizzati dai nassaioli per la pesca dell'aragosta.
Nel pomeriggio del 27 settembre al primo piano della Villa Costantino in via XX Settembre n°8 (al piano terra trovasi il Museo del Corallo) alla presenza del Sindaco della città e di numeroso pubblico è stato inaugurato al primo piano il Museo della Civiltà del Mare e di alcuni altri Mestieri del passato. Promotore dell’iniziativa è stato il Dott. Antonello Bilardi, anima e propulsore dell’opera, che da tempo si prodigava per radunare le persone interessate alla realizzazione di tal evento, tra cui il comitato “LU FRUNTUNI “. Bilardi si è fatto carico di recuperare tutta una serie di attrezzature già appartenenti a lavoratori di alcune categorie, in modo di arricchire confacentemente l’esposizione del museo che ad Alghero, centro prevalentemente marinaro, mancava.
Nelle stanze della mostra, per ricordare la civiltà del passato e personaggi omonimi che con le loro fatiche hanno dato lo spunto e contribuito alla creazione dell’opera, e con la collaborazione di qualche volontario simpatizzante dell’idea, è stato allestito il locale e collocato ordinatamente un adeguato numero di cimeli ed oggetti del passato vari in disuso che nel passato erano serviti a pescatori, contadini, tagliatori di palma e confezionatori di oggetti, come corde, sporte, canestri, cesti e simili, ricavati pazientemente dalle foglie della palma nana. Sono comparse nasse e cigarelli che erano usati per la pesca dell’aragosta e persino un marrufu in miniatura; tutti attrezzi nati dalle mani di xiù Pino, un abile marinaio algherese discendente da avi paterni e materni di stirpe marinara.Il marrufu serviva ai nassaioli come deposito provvisorio del pregiato crostaceo, in attesa di essere esportato nella penisola ed all’estero, come Barcellona e Marsiglia. Al termine della cerimonia, benedetta da Padre Bruno Sechi, al seguito dei presenti si è accodato altro pubblico per spostarsi alla Sala M.E.T.A per assistere alla conferenza basata sulla pesca ed alla esportazione dell’aragosta, nonché dei personaggi dediti a tale commercio, tra cui il mayorchino Don Gabriele Arquimbao Ferrer che in una nota canzone algherese è definito ” lu dimoni dell’aspagnol “, aggettivo non proprio lusinghiero, ma simpatico. Paroliere del testo era il farmacista algherese Joan Pais, e la musica era del maestro Miquel Dorè; canzone che per la prima volta fu cantata al teatro civico di Alghero nel 1908, anno in cui il pescatore sposerà la protagonista della canzone.
Il tema trattato alla Meta è stato illustrato dal presidente dell’Omnium Cultural Stefano Campus, dall’architetto Tore Frulio e dal regista Roberto Barbieri. Moderatore Antonello Bilardi, il fautore dell’iniziativa. La rievocazione dell’argomento, che è servito a ricordare un passato ai più sconosciuto, è stato molto apprezzato e applaudito dal pubblico presente. A conclusione della serata è stata consegnata alle autorità ed ai collaboratori una copia di un ex voto risalente al 1902 a ricordo della devozione popolare che i pescatori di allora nutrivano nei riguardi di ” Nostra Senyora de Vall Vert”.