Dare del “negro” è reato, la Cassazione condanna imprenditore

L'uomo condannato per ingiurie e lesioni aggravate dall'odio etnico per aver aggredito a pugni un uomo di colore e averlo apostrofato come "negro perditempo".

Dare del Negro ad una persona è reato. Lo ha ribadito la Corte di Cassazione condannando un imprenditore marchigiano che aveva aggredito un uomo di colore sferrandogli un pugno e apostrofandolo tra l’altro come “negro perditempo”. L’uomo infatti è stato condannato in via definitiva dall’Alta Corte per ingiuria e lesioni aggravate dall’odio etnico. A nulla sono valse le giustificazioni dell’imprenditore che attraverso i suoi legali in Aula aveva ribadito che quelle parole rivolte al cittadino straniero non avevano alcun intento razzista e che lui non discriminava nessuno. A riprova delle sue parole l’uomo aveva anche ricordato che si serviva di “una forza di lavoro multietnica”, ma i giudici gli hanno dato torto punendolo con l’aggravante prevista dalla legge Mancino in quanto l’ingiuria era “idonea a coinvolgere un giudizio di disvalore sulla razza della persona offesa”.

Condannato anche a pagare spese processuali. Nel motivare la propria decisione, i giudici del Palazzaccio hanno ricordato infatti le precedenti sentenze secondo cui “integra gli estremi della aggravante della finalità di discriminazione o di odio etnico, nazionale, razziale o religioso, l’espressione ‘sporco negro’, in quanto idonea a coinvolgere un giudizio di disvalore sulla razza della persona offesa”. Quanto all’utilizzo di personale straniero portato come prova a sostegno della Difesa, la Suprema Corte ha replicato che tale circostanza non ha “alcun rilievo nel tentativo di escludere la qualificazione dell’episodio” come connotato da razzismo. L’imprenditore è stato inoltre condannato al pagamento delle spese processuali e a versare mille euro alla Cassa delle Ammende.

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Antonio Palma, 7 Ottobre 2014