Docente aggredito, il Sindaco: «Via i violenti dalle piazze»
La solidarietà del sindaco Nicola Sanna e della Giunta al docente aggredito in piazza Santa Caterina a Sassari
«Non si possono più rimandare le decisioni e i soggetti più violenti debbono essere allontanati. L’amministrazione comunale ha una serie di interventi e programmi per i giovani, perché possano essere inseriti in attività di “recupero”, perché non si perdano per strada. Quando succedono questi fatti disdicevoli, però, non si può tergiversare». Così il sindaco di Sassari, Nicola Sanna, ha commentato l’episodio che nei giorni scorsi ha visto un docente universitario vittima di una aggressione da parte di alcuni ragazzi, in piazza Santa Caterina. Il primo cittadino e la giunta hanno fatto visita al docente che abita proprio a due passi da Palazzo Ducale. Sul volto del giovane professore ci sono ancora i segni della brutale aggressione: un occhio tumefatto, una operazione all’arcata orbitale, una spalla lussata e quaranta giorni di cura assegnati dai medici. Il docente ha raccontato di essere stato aggredito da un gruppo di ragazzi e ragazze minorenni che lo hanno circondato quindi strattonato e colpito più volte.
L’aggressione è avvenuta proprio sotto la sua abitazione. Il professore era uscito di casa proprio per protestare nei riguardi dei ragazzi che, così come già facevano da diversi giorni, si intrattenevano nella piazza disturbando la tranquillità dei cittadini che abitano nelle palazzine dell’area. Una vicenda che ha segnato la famiglia, composta anche da bambini piccoli. Sono cambiate alcune abitudini: adesso i coniugi rientrano a casa assieme e c’è la paura di ritornare dopo una certa ora.
L’assessore Luca Taras ha fatto sapere che si provvederà a fare richiesta per l’acquisizione delle immagine girate dalle telecamere di sicurezza mentre, pare, già alcuni aggressori sarebbe stati anche identificati. «Sappiate che vi siamo vicini – ha concluso il primo cittadino – e che quanto accaduto non può essere tollerato. Noi ci stiamo già organizzando, perché se questo è il modo di interpretare la piazza, lì questi ragazzi non ci potranno più stare».