Sassari, Laurea ad Honorem allo scrittore Alberto Ongaro
Giovedì 23 ottobre nell'Aula Magna di piazza Università, lo scrittore Alberto Ongaro riceverà una Laurea ad honorem in Filologia, Industria Culturale e Comunicazione
Giovedì 23 ottobre alle ore 11.00 nell’Aula Magna di piazza Università, l’Università degli Studi di Sassari, su proposta del Dipartimento di Scienze Umanistiche e Sociali, conferirà la Laurea magistrale ad honorem in Filologia, Industria Culturale e Comunicazione allo scrittore Alberto Ongaro. Aprirà la cerimonia il Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Sassari, prof. Attilio Mastino, seguito dal saluto del Direttore del Dipartimento di Scienze Umanistiche e Sociali, Gavino Mariotti. Al Professore Ordinario di Letteratura italiana, Aldo Maria Morace, sarà affidato il compito di illustrare la proposta del conferimento della laurea ad honorem, seguita dalla Lectio Doctoralis, dal titolo “Il mestiere dello scrittore”, tenuta dallo scrittore Alberto Ongaro. E’ prevista la partecipazione dell’Associazione Coro dell’Università di Sassari diretto da Laura Lambroni.
Alberto Ongaro è nato a Venezia nel 1925. Ha vissuto per lungo tempo nell’America del Sud, e poi a Londra, in qualità di inviato speciale e di corrispondente dall’estero per conto del settimanale l’Europeo. Dal 1979 risiede a Venezia, dove si è dedicato totalmente alla scrittura narrativa. Le sue opere sono tradotte negli Stati Uniti, in Inghilterra, in Francia e nell’America Latina. È stato, per molti anni, soggettista di fumetti (famosa la sua collaborazione con Hugo Pratt); e ha firmato anche qualche sceneggiatura per il cinema. I diciotto romanzi che ha scritto, a partire dal 1965, lo hanno imposto all’attenzione del pubblico e della critica più avvertita e consapevole, dalla quale è indicato come il maggior narratore vivente. Da uno dei suoi romanzi, La partita, che vinse il premio Super-Campiello nel 1986, è stato ricavato un film di buon successo con Faye Dunaway; ma quello più famoso, e più emblematico della sua arte, è La Taverna del Doge Loredan (1980), caratterizzato dal gusto dell’intreccio, dal gioco dell’avventura e dall’incrocio dei tempi e dei piani narrativi e dal divertissement di una scrittura fluida e vetrina. Dopo quell’esito memorabile, la narrativa di Ongaro ha continuato, di volta in volta, a indagare il mistero (anche metafisico) che si cela dietro i fatti e gli eventi della vita quotidiana, traducendolo in raffinato gioco metaromanzesco, sino al recentissimo e delizioso Athos (2014), che rimodula inventivamente il personaggio dumasiano.