Torres, parla Capitani: “Ci vuole l’impegno, non le parole”
Il presidente dei rosso blu parla della necessità di un impegno concreto da parte di tutti. Intanto la Torres è in silenzio stampa
Pubblico, imprenditori, stampa. L’amarezza per il risultato sportivo lascia il posto alla rabbia. Il presidente della Torres, Domenico Capitani, in primis, torna sul dato statistico della giornata di ieri che ha fatto segnare il record negativo di presenze al Vanni Sanna: 600 persone paganti, appena 80 in tribuna: “Un segnale di disaffezione difficile da mandar giù, considerato il campionato di sacrificio della società, alle prese con una stagione dispendiosa – commenta Capitani – ma che stiamo affrontando con grande coraggio e volontà per consentire alla città di restare nel calcio che conta. I risultati sono importanti ma la nostra corsa in questa stagione è mantenere la categoria, restare tra le grandi squadre del calcio professionistico, creare le basi per il futuro dei tanti giovani del settore giovanile che ieri hanno sfilato davanti a spalti e tribune semideserti. Uno stadio così, a fronte di quasi 4000 posti, è l’immagine di un calcio che non mi piace, a prescindere dai risultati della squadra. Paradossalmente, vista l’annata difficile e la necessità di lottare fino alla fine, sarebbe stato proprio questo il momento per far sentire la città vicina. E’ un grande dolore, molto più grande di una sconfitta, a quella si può rimediare e lo faremo, continuando a lavorare sul campo e fuori, ma l’amore dei sassaresi per la loro squadra dove è finito?”.
Capitani si dice amareggiato anche per alcuni segnali che arrivano dagli imprenditori: “La Verdevita, solo per fare un esempio, non ci ha confermato la sponsorizzazione per l’anno in corso, nonostante la pubblicità sul campo per sette partite in casa, abbonamenti in tribuna vip e tante promesse. Mi sento in dovere di fare i nomi perché non ci si può dire torresini a parole e non parlo solo di soldi ma anche di atteggiamenti. Preferisco avere a che fare con chi ci dimostra vicinanza quotidianamente, con chi può dare per quello che può e lo fa, perché tiene davvero a questa Torres. Purtroppo ci sono segnali che ci fanno sentire soli nell’affrontare questa avventura. Io mio impegno c’è, c’è sempre stato, ma continuo a vedere il disimpegno della parte imprenditoriale di questa città che, forse, questo calcio professionistico non lo vuole”.
L’analisi del presidente Capitani si sposta anche sul piano dell’informazione: “Mi dispiace, anzi mi fa molta rabbia leggere di “vergogne” associate alla Torres. Utilizzare in maniera strumentale i problemi che da due anni sottolineiamo, come l’assenza di campi di allenamento, per attaccare l’operato societario e difendere risultati che numericamente sono poco difendibili, se ci atteniamo a quanto successo ultimamente, questo sì serve solo a destabilizzare. Non c’è nessuna vergogna nel lavoro che è stato fatto finora da questa società. Se la squadra ha dei problemi siamo chiamati a dare risposte per risolverli, lo dobbiamo ai nostri tifosi, prima di tutto. Da quando sono qui stiamo portando avanti un lavoro immane, che forse sfugge anche ai più attenti cronisti. Continueremo a farlo ma ci tengo a ribadire un concetto: il culto di quello che è stato, la storia di questa società, non bastano a tenere in piedi una macchina di questo tipo, ci vogliono denari, che ci stiamo mettendo, ci vuole l’impegno di tante persone, e ci vuole l’amore di chi la Torres la sostiene e la difende quotidianamente, e non a parole”.
Intanto la Sef Torres comunica che, a partire da oggi, osserverà il silenzio stampa. “La decisione è stata presa per salvaguardare tesserati e società in un momento di difficoltà che richiede, invece, la giusta serenità e la concentrazione necessarie per uscire da una fase non positiva sul fronte dei risultati”.