Lampis: «Per suolo pubblico procedure più snelle»
L'assessore allo Sviluppo economico interviene sulla proposta di regolamento di concessione suolo pubblico ad Alghero e gli oneri derivanti.
«Oltre alla chiarezza e trasparenza delle regole, uno degli obiettivi che la proposta di regolamentazione persegue è di rendere la procedura di richiesta e di autorizzazione del suolo pubblico più efficiente, snella e semplice per gli esercizi pubblici. Per questo, gli uffici stanno lavorando per creare le condizioni a che gli oneri burocratici siano ridotti al minimo». Così l’assessore allo Sviluppo economico, Natacha Lampis, spiega la nuova proposta della Giunta Bruno.
«Su questo punto, ha destato preoccupazione di qualche titolare di esercizi pubblici una norma che prevede la decadenza dell’autorizzazione ad occupare il suolo pubblico “per violazione, accertata dagli uffici, Autorità ed Entri preposti, degli adempimenti relativi alla sicurezza del lavoro e della posizione contributiva ed assicurativa del personale impiegato” (Comma 7, punto e.). Voglio rassicurare che questa norma non prevede la produzione di particolari attestati, come il DURC, in sede di presentazione della domanda. La nostra intenzione – spiega Lampis – in coerenza con gli obiettivi del provvedimento tra cui vi è anche la promozione del lavoro stabile, è semplicemente di far decadere la concessione qualora le irregolarità fossero accertate, appunto come dice il testo, dagli uffici, Autorità ed Enti che sono preposti a questo tipo di verifiche».
«A questo principio generale – prosegue – va aggiunto che la nuova regolamentazione prevede rilevanti premialità di superficie (potenzialmente 40% in più) a chi garantisce lavoro stabile e continuativo per tutto l’anno a più di cinque impiegati. Anche qui, per snellire le procedure, basterà un’autocertificazione. Ma è allora del tutto coerente prevedere che la concessione decada qualora successivamente si accertino irregolarità e violazioni sulle posizioni dei lavoratori».
«Insomma – conclude l’assessore – nessun ulteriore aggravio burocratico per gli esercizi pubblici, anzi. Solo la consapevolezza che, contrastando il lavoro in nero o in grigio, si favorisce non solo la buona occupazione ma si tutela anche la concorrenza leale e lo sforzo che tantissimi esercizi fanno, lo sappiamo a volte con molti sacrifici, di essere “in regola” e di onorare così il loro dovere di responsabilità sociale».