Agricoltura, la Sardegna non perde finanziamenti europei
Assessore Falchi "siamo riusciti a spendere quasi 190 milioni di euro per l’annualità 2014”
“Con uno sprint al fotofinish abbiamo evitato, nell’anno appena concluso, il disimpegno delle risorse messe a disposizione dall’Unione europea per l’agricoltura sarda e il rischio quindi di rimandarle a Bruxelles”. Lo ha detto l’assessore dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, commentando le dichiarazioni del ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Maurizio Martina, sul report pubblicato dal MIPAAF per le risorse erogate dall’Italia nei Programmi di sviluppo rurale (Psr 2007-2013).
“Si tratta di un grande risultato, portato a casa in poco più di sette mesi, – ha spiegato l’esponente della Giunta Pigliaru – che si è raggiunto grazie all’enorme lavoro di squadra tra le strutture dell’assessorato, guidate dal direttore generale Sebastiano Piredda, e le Agenzie regionali per l’agricoltura, in particolare Argea e il suo direttore generale, Gianni Ibba”. Le risorse in questione sono quelle del Psr 2007 – 2013, su cui l’Ue ha previsto la formula N+2 (due anni in più oltre la scadenza del 2013 per completare la spesa dei fondi, pena la restituzione).
“Si partiva da un lascito della scorsa amministrazione preoccupante, che ci imponeva un impegno doppio rispetto a quello classico – ha osservato Falchi –, ciononostante siamo riusciti a spendere quasi 190 milioni di euro per l’annualità 2014”. Molto soddisfatto anche il direttore generale di Via Pessagno, Sebastiano Piredda: “Tanto lavoro per un’impresa molto positiva per il futuro dell’agricoltura sarda, per le strutture dell’assessorato e delle Agenzie”.
Il raggiungimento dell’obiettivo finale è fissato al 31 dicembre 2015, quando si concluderà l’N+2 e tutte le risorse messe sul piatto da Bruxelles dovranno essere spese. “L’esperienza maturata nel 2014 ci ha permesso di collaudare la squadra e – ha aggiunto la titolare dell’Agricoltura – sono certa che ci impegneremo ancora di più per mettere a disposizione delle nostre imprese le risorse inviate dall’Unione europea, perché tanto rimane ancora da fare”.