Confraternita di Stintino, 150 anni di devozione alla Beata Vergine della Difesa

Una conferenza per ripercorrere la storia del sodalizio stintinese, espressione di aggregazione e solidarietà.

Centocinquanta anni o forse di più, ma c’è la necessità di approfondire gli studi per rintracciare eventuali documenti che attestino la storia e la vita della Confraternita della Beata Vergine della Difesa prima del 1864. È questo quanto emerso nei giorni scorsi, durante la conferenza organizzata a Stintino in occasione dei 150 anni della proclamazione della Beata Vergine della Difesa a patrona dell’Asinara e del paese.

A ospitare l’incontro è stata la chiesa parrocchiale di via Sassari che ha raccolto tanti stintinesi, fedeli e assieme curiosi e desiderosi di conoscere la storia del sodalizio e dello stesso paese. Il quadro che emerge è quello di una comunità che, attraverso i secoli, ha maturato una forte idea di aggregazione. È da questo spirito che, con molta probabilità, prese vita la Confraternita, asinarese prima e che intrecciò poi la propria esistenza con quella degli abitanti della piccola borgata. «Furono proprio le difficoltà del tempo a spingere la comunità a stringersi in un legame di solidarietà sociale – ha detto il sindaco di Stintino Antonio Diana – un modo per superare i momenti difficili nell’attività lavorativa e non solo. In questo contesto nel 1864 nasce la Confraternita della Madonna della Difesa».

Proprio il primo cittadino ha ricordato gli esempi di solidarietà che contraddistinsero asinaresi prima e stintinesi dopo, come la costruzione della chiesa alla quale partecipò l’intero paese. «E qui abbiamo testimonianza del ruolo attivo della Confraternita, perché il paese era la Confraternita», ha aggiunto. E per l’occasione della conferenza, al centro della chiesa, i confratelli guidati dal priore Franco Gadau hanno posizionato la statua della Vergine che i loro antenati portarono dall’isola dell’Asinara. Quel simulacro che nel 1865 e nel 1915 era stato portato a spalla da Agostino Peragallo, Francesco Schiaffino, Giacomo Maggiolo e Giovanni Vallebella. Non a caso per l’occasione delle celebrazioni dei 150 anni, a portare il simulacro in processione sono stati Nicolò Peragallo, Angelino Schiaffino, Alessandro Maggiolo e Vincenzo Vallebella, cioè i discendenti di quegli stessi confratelli. «Quello che ci differenzia dal passato – ha detto Giuseppe Benenati presidente della Confraternita – è l’aver preso coscienza delle nostre radici. La giornata di oggi vorrei fosse ricordata come una svolta, ma non nel senso di rottura con il passato quanto occasione di recupero delle nostre antiche tradizioni che culminerà con la pubblicazione del libro sulla nostra storia».

Un volume che raccoglierà i risultati delle ricerche fatte da Anna Serra che ha ricordato come «il primo momento in cui si parla della Confraternita è un atto del 1° gennaio 1865, un verbale redatto all’Asinara. Dalle ricerche risulta che il primo priore di cui si parla negli atti fu Angelino Schiaffino». Si colma così, secondo Anna Serra, un vuoto di vent’anni, dal 1865 al 1885, durante il quale della Confraternita si erano perse le tracce della sua attività. E se, secondo Anna Serra, uno scritto del 1703 dell’arcivescovo di Sassari Giuseppe Sicardo retrodaterebbe la nascita della Confraternita, per monsignor Giancarlo Zichi è «necessario ancora trovare documenti che comprovino la nascita del sodalizio nel 1703», e si è mostrato scettico sull’idea che quella visita pastorale in quel momento storico potesse rappresentare la nascita della confraternita.

E se le confraternite si sviluppano nel grembo della comunità diocesana, in realtà, «queste non nascono mai con la Chiesa, subito. Questo non accadde neanche a Stintino – ha chiuso l’arcivescovo di Sassari padre Paolo Atzei – dove si organizzarono popolazione da varie parti d’Italia e della Sardegna». Le confraternite quindi fanno parte della chiesa e non si confondono con essa, la loro formazione avviene dopo la proclamazione del santo come protettore della comunità e non viceversa. All’incontro è intervenuto anche monsignor Mario Simula che ha parlato delle prospettive attuali delle associazioni di fedeli.

L.P., 3 Gennaio 2015