Silvio Lai: «Ok vendita EOn se i nuovi acquirenti garantiranno sicurezza e sviluppo degli asset»
Il senatore del Pd interviene in merito alla notizia del passaggio ai cechi di EPH delle centrali EOn in Italia: «Resta alta l'attenzione e la vigilanza perché gli impegni presi nel 2007 non mantenuti in questi anni da EOn siano invece parte integrante dei progetti dei nuovi proprietari».
«Accogliamo con soddisfazione la notizia della vendita da parte di EOn degli asset energetici da fonti tradizionali detenuti in Italia purché sia chiaro che non ci deve essere un passo indietro sul piano della sicurezza degli impianti e degli impegni assunti per lo sviluppo, ma solo passi in avanti chiari e rapidi». Lo afferma il senatore del Pd Silvio Lai in merito alla notizia del passaggio ai cechi di EPH delle centrali EOn in Italia.
«L’incidente di oggi alla centrale di Fiumesanto, in Sardegna, purtroppo l’ennesimo, conferma le nostre ragioni nel chiedere con insistenza a EOn la messa in sicurezza della centrale sotto ogni aspetto e la necessità di avviare i progetti sulla costruzione del V gruppo. Ci troviamo di fronte dd una centrale – prosegue Lai – il cui invecchiamento é evidente quanto strategico il suo mantenimento in servizio o la vendita da parte dei tedeschi ad altri acquirenti in grado di mantenere gli impegni».
«Dalle notizie in nostro possesso la società EPH ha i suoi interessi primari e la massima esperienza nello sviluppo e nel funzionamento delle risorse energetiche tradizionali e appare in grado di procedere con il miglioramento e lo sviluppo della centrale di Fiumesanto, come serve al territorio sia per il mantenimento dell’occupazione che per l’efficienza del sistema energetico regionale. Per quanto ci riguarda sotto il profilo istituzionale manterremo alta l’attenzione e la vigilanza perché gli impegni presi nel 2007 non mantenuti in questi anni da EOn siano invece parte integrante dei progetti dei nuovi proprietari. Dispiace – conclude Lai – che un sistema così necessario per il Paese e peraltro in utile sul piano economico non sia stato oggetto dell’attenzione dovuta da sistema industriale italiano».