Sardegna terza regione europea per progetti con Paesi dell’area mediterranea
Il Presidente Pigliaru evidenzia che la Sardegna ha elaborato progetti molto concreti che portano sviluppo e benefici nei territori coinvolti, con ricadute anche a livello locale.
“La Sardegna, per la sua posizione, è al centro di un dialogo possibile tra la sponda nord e quella sud del Mediterraneo e si candida ad essere il luogo in cui questo dialogo si intensifica e porta nuovi frutti”: è uno dei passaggi dell’intervento con il quale il presidente della Regione Francesco Pigliaru ha aperto il convegno “La nuova cooperazione internazionale”, organizzato dal Coordinamento della cooperazione internazionale della Sardegna e dalla Regione nei locali della Fondazione del Banco di Sardegna a Cagliari. “La cooperazione internazionale è un tema cruciale in questa fase storica – ha spiegato il presidente – L’apertura dei mercati favorisce l’aumento della ricchezza ma non si occupa certamente della sua distribuzione: la cooperazione internazionale serve per garantire il governo di questi meccanismi e il ruolo della politica è quello di lavorare per includere, integrare, distribuire. Questo – ha continuato Pigliaru- era, dopo la guerra, il senso del Piano Marshall: non vincitori né vinti, ma tutti partecipi del proprio futuro. Lo sviluppo è partecipazione consapevole e questo che affrontiamo oggi è un grande tema sul quale non possiamo permetterci di balbettare”.
Entrando nel merito, il capo dell’esecutivo regionale ha sottolineato l’importanza dell’approvazione, nell’agosto scorso, di una nuova legge che ha portato a compimento un dibattito sulla cooperazione internazionale durato vent’anni. Secondo il presidente Pigliaru, la nuova legge è caratterizzata dal rispetto dei criteri di efficienza, trasparenza e economicità, attraverso una gestione delle risorse fondata sul coordinamento di tutti gli attori coinvolti nel quadro della cooperazione. Inoltre, l’istituzione di nuovi organismi, come il Comitato interministeriale, il Consiglio Nazionale per la cooperazione allo sviluppo, l’Agenzia, hanno la finalità di garantire la programmazione, il coordinamento e l’efficienza operativa degli interventi. Tuttavia, ha sottolineato il capo della giunta, ora che si è entrati nella fase di elaborazione dei decreti attuativi del testo, è opportuno limare alcuni aspetti, come ad esempio un coinvolgimento maggiore delle Regioni.
“In qualità di coordinatore delle Regioni per la materia della cooperazione allo sviluppo – ha detto il presidente Pigliaru – ho di recente scritto al ministro Gentiloni, chiedendogli di assicurare un’adeguata partecipazione delle Regioni nei tavoli di lavoro per la predisposizione dei provvedimenti attuativi”. In questi anni, infatti, le regioni hanno saputo svolgere un ruolo importante nei processi di cooperazione, che ha portato alla creazione di partenariati stabili, aiuti concreti, benefici economici e creazione di fiducia reciproca tra diverse realtà territoriali. E proprio sotto quest’ottica la Sardegna ha sicuramente dato il suo contributo: la nostra esperienza come Autorità di Gestione del Programma ENPI CBC MED negli anni 2007-2013 è stata più che positiva (95 progetti finanziati), tanto che la Sardegna manterrà questa funzione anche nel nuovo arco di programmazione 2014-2020, con la gestione di 200 milioni di fondi europei per nuovi progetti dedicati allo sviluppo socioeconomico e alle sfide della tutela ambientale e dello sviluppo sostenibile.
“Stiamo dando il nostro contributo e penso che potremo candidarci per avere un ruolo più importante nel futuro – ha concluso Francesco Pigliaru – In Europa siamo stati la terza Regione come progettualità: questi progetti molto concreti portano sicuramente sviluppo e benefici nei territori coinvolti, ma hanno ricadute anche a livello locale, qui in Sardegna, grazie al coinvolgimento attivo delle università e ai nuovi mercati internazionali che si aprono per le nostre imprese”.