“Vado a dormire” : il post di Arnaldo Cecchini
Il Direttore del Dipartimento di Architettura di Alghero: "non è giusto e saggio che continui a dirigere questo Dipartimento... L'unica possibilità che io receda da questa decisione è che le cose cambino, ma non è possibile".
Oggi ho tenuto il telefono spento per evitare che la rabbia mi facesse straparlare. Domattina ho esami. Nel pomeriggio riaccenderò il telefono e sicuramente sarò di nuovo zen. Ringrazio tutte e tutti coloro che mi hanno inviato in pubblico e in privato messaggi di solidarietà e anche le, pur poche, voci critiche che sempre aiutano a pensare. So che ci sono molte persone che non sono d’accordo e spero che vogliano motivare il loro dissenso.
Ringrazio chi ci ha aiutato in sede politica, in particolare gli onorevoli Marco Tedde e Luigi Lotto, il Sindaco Mario Bruno e i Sindaci Sanna e Mastino. Ringrazio l’Assessora Firino per la costante interlocuzione con le studentesse e gli studenti, So che hanno fatto il possibile e se l’esito non mi appare un buon esito non è loro responsabilità, visto che hanno strappato quel che si poteva strappare. Come sapete il mio medico mi vieta lo sciopero della fame e anche se non ho la pancia che mi hanno attribuito i ragazzi, in fondo è un’occasione persa. E poi penso che il Professor Pigliaru accetterà di incontrare la nostra comunità anche senza pressioni di questo tipo, che forse sono state improvvide e affrettate e me ne scuso. Mi permetto – come ultimo atto del mio mandato di Direttore – di invitarlo ufficialmente, quando potrà nella nostra bellissima sede di Alghero.
Ho meditato a lungo e debbo ribadire che non è giusto e saggio che io continui a dirigere questo Dipartimento. L’assemblea degli eletti dal popolo ha deciso che non ritiene di dover considerare importante e utile per la nostra terra che vi sia una sede universitaria ad Alghero. Come dice la legge (vedihttp://attiministeriali.miur.it/anno-2013/…/dm-30012013.aspx Articolo 1, comma 2, punto d) e come ha deliberato il Senato Accademico noi siamo una sede decentrata. Ma se né alla Regione né all’Ateneo questo interessa ne prendo atto. Io penso tutto il bene possibile dei risultati ottenuti da AAA che ritengo importantissimi: non uso termini roboanti, penso solo che abbiamo operato bene, molto bene e abbiamo fatto un buon uso dei fondi pubblici. So che in questo siamo stati utili all’Ateneo e alla nostra terra. So che la collocazione ad Alghero è stata un elemento importante per questi risultati. Quindi sono lieto che il Consiglio regionale riconosca che questi risultati ci sono, ma non sono lieto che non riconosca la nostra specificità di sede decentrata.
Non sono lieto che il “merito e l’eccellenza” non siano premiati con delle risorse aggiuntive, ma ritagliate sulla quota dell’Università di Sassari (mentre gli altri 2/3 dei fondi non devono farsi carico di nessuna eccellenza). Non sono lieto che il finanziamento non sia previsto per il triennio. Non sono lieto che l’eccellente 2014 non sia stato finanziato neanche per un centesimo. Mi fa un po’ specie che gli eletti dal popolo siano del tutto indifferenti a quanto aveva chiesto la precedente assemblea di eletti dal popolo, considerando un Ordine del giorno unanime, un pezzo di carta. Non sono lieto del silenzio del mio Ateneo e del presunto avallo che ci sarebbe stato all’esclusione di AAA dalle sedi decentrate (dico presunto). Non sono lieto della debole reazione della città. Non sono lieto del fatto che solo una minoranza dei colleghi si è data da fare per aiutare gli studenti e me in questa battaglia.
Per cui la mia corsa, a queste condizioni, finisce qua. Se fossimo una comunità coesa tutti daremmo le dimissioni da tutte le cariche e da tutti gli incarichi, creando una “vacanza” che costringerebbe le istituzioni a interrogarsi. Penso anche che dovremmo valutare se aprire le immatricolazioni per il prossimo anno, dedicando tutte le energie e le risorse a fare in modo che i nostri studenti possano chiudere nel miglior modo possibile la loro carriera. Spero che chi pensa che io sono un pericoloso estremista o più precisamente che ci siano spazi di manovra, voglia prendere in mano il Dipartimento.
Io mi dichiaro disponibile a dare una mano, senza responsabilità alcuna, ma con piena lealtà. Così come sosterrò le studentesse e gli studenti nella loro lotta: so che saranno bravi e tenaci, ma so anche che saranno sottoposti a pressioni terribili: chiedo loro di essere calmi e forti e di capire quando sarà il caso di smettere, anche limitandosi all’onore delle armi che merita la loro superiorità morale e intellettuale. L’unica possibilità che io receda da questa decisione è che le cose cambino, ma non è possibile, appunto.