Alghero, la parola ai cittadini: “Si poteva fare meglio”
“Si poteva fare meglio e si poteva farlo meglio”. Siamo cittadine e cittadini che hanno votato e fatto votare per l’attuale Sindaco. Con convinzione e passione abbiamo sostenuto partiti e movimenti della maggioranza e abbiamo contribuito a costruire il programma della coalizione.
Non è quindi per ostilità preconcetta che ci sentiamo di dire che siamo insoddisfatti. Insoddisfatti nel merito di molte cose, ma molto insoddisfatti nel metodo: per l’assenza di vero dibattito pubblico, di partecipazione, di condivisione, di trasparenza. Come faremmo rivolgendoci a un amico, diciamo a Stefano Lubrano che è opportuno cambiare, ascoltare, confrontarsi, attivare le energie sociali, considerare critiche e osservazioni come un valore.
Siamo consapevoli della situazione in cui i governi nazionali di questi ultimi vent’anni hanno ridotto gli enti locali, siamo consapevoli dei guasti lasciati dalle precedenti amministrazioni (sarebbe stato bene che essi venissero puntualmente denunciati e i corresponsabili interni messi in condizione di non nuocere), siamo consapevoli della necessità di un periodo di rodaggio per assessori senza precedenti esperienze amministrative, siamo consapevoli del fatto che sin dall’inizio un “fuoco amico” preconcetto e pretestuoso ha intralciato l’attività della Giunta.
Ma tutto questo richiedeva apertura, innovazione, coinvolgimento.
Richiedeva dare peso e ruolo al Consiglio e ai consiglieri (che non è un organo di ratifica di decisioni prese in Giunta, ma ha funzioni di controllo, di proposta, di iniziativa), richiedeva di costruire un rapporto chiaro e definito con le forze di maggioranza, che non sono una mera appendice, ma parte costitutiva del patto elettorale: ci saremmo aspettati però che le riunioni di maggioranza avessero una composizione chiara e non fossero “abitate” da chiunque passasse di lì e che un resoconto ufficiale di ogni incontro fosse reso pubblico e che una volta prese le decisioni non venissero rimesse in discussione subito dopo.
Richiedeva credere nel dibattito pubblico come metodo costante (la vicenda del documento Cardi-Saluzzi è tristemente esemplare al proposito).
Non possiamo trascurare di dire che la candidatura di Stefano Lubrano è stata prima fortemente sollecitata e poi fortemente sostenuta dall’onorevole Mario Bruno; giusto è che ora anche Mario Bruno ponga delle questioni, alcune delle quali sono condivisibili: dobbiamo dire apertamente che capiremmo meno queste richieste se dovessero originare una candidatura a Sindaco dell’onorevole Bruno, magari accompagnata dalla sua sostituzione in Consiglio Regionale con l’ex arci-nemico; a nessuno è consentito di “giocare” con le sorti della nostra città.
Noi vorremmo che Stefano Lubrano restasse, che capisse che i suoi veri amici sono coloro che non fanno sconti, ma che sono disponibili a rimboccarsi le maniche, che uscisse dalla auto-referenzialità, che accettasse l’idea che alcuni dei suoi assessori vanno cambiati e il quadro delle deleghe va rivisto, che in alcuni posti-chiave della macchina amministrativa non vi può essere continuità, che la libera espressione delle idee è la forza di una maggioranza (altro che mordacchia ai consiglieri).
Se Stefano vuole mettersi in una posizione di dialogo e di confronto noi ci stiamo: noi ci stiamo a un nuovo inizio per il futuro della nostra città, per il cambiamento.
Se no, si torni al voto. Ma non faremo finta che non sia successo niente.