Federica Salsi intervistata su Grillo e Movimento Cinquestelle
(SALSI E LA SUA “SALITA IN POLITICA”)
Federica Salsi, Lei è un classico esempio di donna dei nostri tempi: al contempo moglie, madre (di ben tre figli) e lavoratrice (in un’azienda pubblicitaria). Cosa l’ha spinta a “salire in campo”, ovvero a dedicarsi anche alla politica?
(Federica Salsi) Nel 2008 è caduto l’ennesimo governo. Quella volta toccò a Prodi e capii che la classe politica non era in grado di governare il paese e che era necessario impegnarsi in prima persona, poiché chi lo aveva fatto fino a quel momento aveva miseramente fallito. Pensavo ai miei figli e al futuro che li avrebbe aspettati.
Cosa l’ha spinta a militare nel Movimento Cinque Stelle e credere nel “Verbo” grillino?
Da un paio di anni leggevo il Blog di Beppe Grillo, apprezzavo le sue denunce e decisi di andare a conoscere il gruppo degli “Amici di Beppe Grillo” di Bologna. Incontrai persone che volevano occuparsi attivamente del territorio, fare qualcosa di concreto. Nel 2009 ci sarebbero state le elezioni amministrative, il modo migliore per iniziare con i fatti ad incidere sulle politiche locali. Così organizzammo la lista civica Beppegrillo.it, nella quale mi candidai. Fui eletta quasi per caso consigliere nella circoscrizione Navile di Bologna: in Comune raggiungemmo appena il 3% necessario a fare entrare un consigliere, Favia, ma nelle circoscrizioni ottenemmo un risultato inaspettato, il 6%. Il mio mandato fu brevissimo: iniziò a Luglio 2009 e terminò a Febbraio 2010, in seguito alle dimissioni del Sindaco Flavio Delbono, coinvolto nelCinzia-gate. Nonostante la breve esperienza capii l’importanza di essere dentro alle istituzioni per incidere veramente sulle decisioni politiche della città. Nel frattempo nacque il vero e proprio Movimento 5 Stelle. Dopo il lungo commissariamento della città (durato quasi due anni), ci ripresentammo alle elezioni amministrative del 2011 e fui eletta consigliere comunale.
Molti azzardano paragoni tra il M5S e la Lega Nord delle origini, forse sottovalutando l’elettorato grillino, solitamente molto più giovane ed istruito di quello leghista. Quali analogie e differenze coglie tra i due movimenti? E cosa distingue il M5S dai partiti tradizionali?
Il M5S, come la Lega Nord, nascono entrambe in momenti in cui la classe politica sta dando il peggio di sé. Nascono come alternativa a dei governi corrotti e lontani dai cittadini, con il buon proposito di rimettere le cose a posto. Fanno leva sul malcontento generale, denunciano le storture del sistema, usano un linguaggio comprensibile a tutti entrando in empatia con le persone. Sono entrambe due forze che hanno aggregato persone attorno al carisma del loro leader, attraverso le piazze (internet è una piazza virtuale), luoghi accessibili a tutti. Grillo, usando la rete e complice l’ennesima crisi della classe politica, è riuscito ad ottenere un risultato politico eccellente e in meno tempo rispetto alla Lega, motivo per cui il suo elettorato è anche più giovane ed istruito. Dopo quest’ultima tornata elettorale, però, credo non ci siano più differenze tanto marcate in questo senso. Grillo nell’ultimo anno ha cambiato modo di comunicare e, con la sua ampia presenza diretta nelle piazze e indiretta in televisione, ha raggiunto un pubblico molto più ampio ed eterogeneo di quanto non potesse fare con il suo blog. Le differenze sono sicuramente in molti contenuti, e nell’aver dimostrato con i fatti che è possibile fare politica in maniera più austera. Altre differenze sostanziali sono la mancanza di una struttura organizzata. A livello locale i gruppi si autogestiscono, lavorano in maniera partecipata e sono indipendenti l’uno dall’altro. A livello nazionale, invece, tutto è gestito da Grillo e Casaleggio e la partecipazione si riduce a puro e inutile commentarismo (quando non diventano insulti, diffamazione e minacce) sui social-netwok.
Il M5S è raffigurato come un Movimento di protesta, eppure in alcune realtà locali già governa da mesi, come a Parma e, di fatto, in Sicilia. Come giudica le prime esperienze degli eletti “a Cinque Stelle”?
Sono esperienze interessanti e, allo stesso tempo, difficili. Trovarsi a governare senza mai essere stato dentro ad un’istituzione è veramente complicato. Improvvisamente uno comprende la complessità della macchina amministrativa, e capisce che, per quanto buone siano le idee, esistono “cause di forza maggiore” per cui non è possibile realizzarle.
(GRILLO E LA “DEMOCRAZIA INTERNA” AL M5S)
“Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”. Così recita l’art. 49 della nostra Costituzione. Un principio che ritiene ancora attuale?
Attualissimo, è la base della democrazia. Che poi le associazioni siano partiti, movimento o qualsiasi altra forma di aggregazione è secondario…
Ha fatto discutere la sua equiparazione tra il M5S e “Scientology”. Quali sarebbero le assonanze tra il Movimento di Grillo e la setta di Hubbard?
Io non ho detto che il M5S è come Scientology, ho detto che non voglio che si trasformi in Scientology. Ho detto questo perché quando ho visto il post sul punto G e la marea di offese nei miei confronti, fatte da persone che non mi hanno mai visto e non sanno nemmeno chi io sia, ho capito che qualsiasi cosa avesse detto Grillo loro gli sarebbero andati dietro acriticamente. Questo è un atteggiamento settario, e Scientology è la setta per eccellenza. Per quello ho usato quel paragone, volevo fosse chiaro il pericolo che si stava correndo.
Dopo le critiche sulla democrazia interna al M5S, un “Grillo furioso” ha pronunciato questa sentenza: “Fuori dalle palle chi critica me e Casaleggio!”. Lei crede che l’opinione pubblica avrebbe accolto con la stessa imperturbabilità tale minaccia se fosse stata rivolta, ad esempio, da Bersani a Renzi?
Non credo che quelle parole siano passate inascoltate. A Bologna il M5S ha preso 6 punti percentuali in meno rispetto alla media nazionale, il che deve far riflettere…
Se esistesse una “Tavola dei comandamenti” del M5S, c’è da scommettere che il primo reciterebbe “Non esiste altro leader all’infuori di Grillo”, mentre il secondo “Non nominare il nome di Grillo invano” (non a caso Casaleggio è arrivato ad equiparare la forza virale del messaggio di Grillo a quella evangelica di Gesù!). Tutto ciò non è in contraddizione col principio “Uno vale uno”?
Uno vale uno, ma Grillo vale un po’ di più!
Lei ha accusato Grillo e Casaleggio di aver fatto “business” con la politica, tramite la gestione del loro blog (il M5S è l’unica lista in Italia ad avere un indirizzo web nel simbolo) e la proprietà del marchio “Cinque Stelle” (sulle orme di Berlusconi e l’ex Forza Italia). Ha anche parlato di “un’evidente distanza tra chi gestisce il Movimento e gli attivisti che lavorano sul territorio, tra chi fa business e chi fa politica”. Come si misura tale distanza?
Il blog di Grillo ha un valore commerciale, la pubblicità che c’è sopra genera utili: più aumenta il traffico sul blog, più genera profitti. Ma su tutto questo, sul volume d’affari che ci ruota attorno, sui guadagni dei prodotti editoriali, non si sa nulla. Viene normale, allora, chiedersi se la linea politica decisa dall’alto sia funzionale ad aumentare il traffico del blog (quindi il suo valore) o all’attuazione di un vero progetto politico. In un post come quello sul punto G, ad esempio, ci sono più di 2.500 commenti: molto più, rispetto a quelli di qualsiasi altro post di contenuto prettamente politico…
(GRILLO E IL RAPPORTO COI MEDIA)
La democrazia diretta, da realizzare online, è uno dei capisaldi del Movimento Cinque Stelle. L’insuccesso delle parlamentarie (dove hanno votato in soli 30 mila utenti), però, ha lanciato un segnale d’allarme. Lei crede che un Movimento di massa, come oramai è divenuto il M5S, possa essere gestito via web?
Il web è uno strumento tanto potente quanto utile, ma va affiancato a incontri veri e propri tra persone. Come si fa a scegliere un candidato da un video di tre minuti e un curriculum? Io vorrei incontrale queste persone, fare un dibattito, porre loro delle domande, conoscerle… mica sono degli avatar!
Grillo ha dato prova di sapersi servire dei media a proprio uso e consumo: forse ispirato dal Nanni Moretti di “Ecce Bombo”, ha ben capito come lo si sarebbe notato di più non andando in tv (con l’ulteriore vantaggio di parlare a un Paese intero evadendo ogni forma di contraddittorio).Per la prima volta si è smentito il detto di Nenni “piazze piene, urne vuote”! Crede che il leader del M5S proseguirà su questa strada oppure ci sorprenderà sdoganando la televisione?
Grillo è imprevedibile, non faccio pronostici.
Piazza San Giovanni “strapiena” alla vigilia delle elezioni ha rappresentato lo spot perfetto per la conclusione della campagna elettorale del M5S, specie se contrapposta all’autoreferenzialità dei cinema, hotel e teatri “occupati” dai vari Monti, Bersani & Berlusconi. Perché oggi Grillo è l’unico leader capace di riavvicinare gli italiani alla politica?
Perché è un uomo di spettacolo, un grande comunicatore, ed è divertente. Se lei dovesse scegliere come passare un pomeriggio, va in piazza ad ascoltare Grillo o Prodi?
Il M5S è cresciuto puntando tutto sulla protesta, gettando benzina sull’indignazione popolare contro una classe politica percepita come inaffidabile e “malaffarista”. Ma le famose “Cinque Stelle” (acqua pubblica, mobilità sostenibile, sviluppo, connettività ed ambiente) basteranno ad offrire una proposta di governo credibile per il Paese?
Le 5 stelle erano il punto di partenza, tutto il resto lo si sarebbe dovuto costruire insieme, come da art. 4 del “Non Statuto”, ma al momento non stanno così le cose. Su tutti i temi mai affrontati dal Movimento, ma che i parlamentari si troveranno ad affrontare in Aula, c’è una grossa incognita.
Il M5S “strizza l’occhio” più agli elettori di sinistra o di destra?
Strizza gli occhi in maniera trasversale: un’indagine dell’Istituto Cattaneo spiega che l’elettorato di Grillo proviene per il 46% da sinistra, per il 40% da destra e per il restante 14% dall’astensionismo.
(LA CRISI ECONOMIA E LE RICETTE DELLA POLITICA)
Il Paese attraversa un momento di estrema difficoltà (Pil e produzione industriale sono in caduta libera, è record di pressione fiscale e indebitamento pubblico, 100 mila imprese sono fallite lo scorso anno e 500 mila italiani hanno rinfoltito la schiera dei quasi 3 milioni di disoccupati). A chi addebitare la responsabilità di questa crisi?
Le responsabilità sono di tanti: da Tangentopoli in avanti non è stato fatto nulla, se non trovare il modo di rubare meglio!
La campagna elettorale è stata monopolizzata dalla questione fiscale, forse trascurando l’emergente questione sociale. Non ritiene imperdonabile come alcuni grandi temi (quali la scuola, l’università, la ricerca, il turismo, l’agricoltura, la green economy) siano stati palesemente accantonati?
Abbiamo passato una campagna elettorale a smacchiare giaguari, restituire l’imu e non andare in televisione. La questione fiscale, soprattutto in un momento di crisi, fa presa su molte persone. Chi non ha un lavoro, ha il problema di come sopravvivere e tutto il resto viene in secondo piano. Ma se non s’investe nel futuro (scuola, ricerca, cultura) non ci sarà nessun futuro.
Al governo tecnico non erano chiesti miracoli, ovvero il rilancio di un’economia ferma da oltre un decennio. Quantomeno di arrestarne il declino, invece, si: i risultati economici dell’ultimo anno, al contrario, sono impietosi. Lei crede che il governo Monti abbia fatto tutto il possibile per rassicurare, oltre i mercati, anche le famiglie in difficoltà, le imprese in carenza d’ossigeno ed i giovani in carenza di futuro?
Il governo Monti ha ridato un po’ di credibilità politica all’Italia e forse ne ha impedito il default.
(LA CASTA ED I TAGLI ALLA SPESA PUBBLICA)
Ogni democrazia ha un costo, tanto fisiologico quanto insopprimibile. In Italia, però, questo ha raggiunto livelli “patologici”: la politica è divenuta il principale terreno fertile per sprechi e privilegi. Quali azioni riterrebbe prioritarie per tagliare i costi della politica e la spesa pubblica più improduttiva e parassitaria?
Partirei almeno con l’eliminazione dei rimborsi elettorali!
(GIUSTIZIA E QUESTIONE MORALE)
Nel ’93 eravamo convinti di aver toccato il fondo del malcostume politico. Tutti gli scandali emersi in questi mesi, invece, dimostrano il contrario: i casi Penati, Lusi, Belsito, Fiorito, Formigoni, Fitto, De Gregorio sono la punta di un iceberg dalle proporzioni forse inimmaginabili! Un dato su tutti: nel ’95 l’Italia era 33sima nella classifica di Transparency International per grado di corruzione percepita, oggi siamo al 72simo posto. Sarà mai possibile affrontare la “questione morale” senza divisioni puramente ideologiche?
Un vecchio adagio diceva: “fammi indovino che ti farò ricco….”
(MERITOCRAZIA E ROTTAMAZIONE)
Molti additano la legge elettorale, il cd. “Porcellum”, di aver contribuito allo scadimento del livello della classe politica instaurando un sistema di “cooptazione” dei candidati. Come andrebbe cambiato la legge elettorale? E può una riforma elettorale essere indipendente da una contestuale riforma istituzionale?
Io credo sia fondamentale inserire il voto di preferenza e abbassare le soglie di sbarramento, per rispettare il più possibile l’espressione degli elettori.
Miracolosamente recitano ancora un ruolo da protagonista sul palcoscenico politico personaggi “evergreen” quali Berlusconi, Tremonti, Casini, Bersani, Bindi… Il rinnovo generazionale è solo una questione di forma o di sostanza in questo Paese?
E’ presto per fare un bilancio, per capire se le amministrazioni pentastellate saranno all’altezza delle aspettative.Parma, ad esempio, è arrivata ad elezioni in condizioni disastrose, ci vuole tempo per risollevarla…
(SALSI E L'”EPURAZIONE PUBBLICA” DAL M5S)
Lei è divenuta famosa dopo la sua discussa partecipazione alla trasmissione televisiva “Ballarò”. Perché ha accettato l’invito di Floris? A posteriori, giudica quella scelta coraggiosa o politicamente suicida? Se potesse tornare indietro, la rifarebbe?
Io sono divenuta famosa il 31 ottobre grazie a Grillo e al suo vergognoso post “Il talk Show ti uccide”, quello sul punto G. Il mio telefono ha iniziato a squillare ininterrottamente dalle ore 15 in poi (poco dopo la pubblicazione del post) ed erano tutti giornalisti. Ero stata ad altre trasmissioni televisive nazionali, Grillo stesso nel 2011 diceva di andare nei talk show. Non c’erano divieti o regole in merito, ma solo la raccomandazione a fare attenzione e a non mettere in secondo piano il nostro mandato. Quella volta, come tutte le altre in cui sono andata con l’intento di portare una testimonianza diretta del M5S. L’immagine “televisiva” del M5S è quella di Grillo che urla nelle piazze o che attraversa lo stretto di Messina a nuoto, ma quella è solo una parte del movimento. Accanto a Grillo che dà la sveglia nelle piazze, ci sono persone come me che entrano nelle istituzioni e lavorano concretamente. Per questo è importante che gli elettori conoscano, oltre al leader, anche chi già lavora nel territorio e ne comprendano il metodo di lavoro. Quando vado in TV parlo al pubblico a casa: mi sembra una cosa di buon senso e non vedo perché non dovrei farlo o tanto meno dovrei essere pentita di averlo fatto…
Le argomentazioni con cui Grillo ha giustificato la sua “cacciata” potrebbe sintetizzarsi in un sillogismo:
◆ (premessa maggiore) ogni Movimento di popolo, specie se giovane, per “stare a galla” necessita di un timone ben fermo ed un timoniere ben riconoscibile;
◆ (premessa minore) il timone del M5S sono le regole del suo “non Statuto”, tra cui il divieto di partecipare ai talk show, mentre il timoniere è indiscutibilmente lo stesso Grillo;
◆ (conclusione) chi coscientemente disattende queste regole, più che rischiare l’espulsione, semplicemente si pone da sé al di fuori del Movimento.
Cosa trova di illogico in questo ragionamento?
E’ tutto illogico! Un movimento popolare deve decidere insieme al popolo: il ruolo del timoniere è mettere le personein condizioni di decidere, non sostituirsi a loro! Non c’è nessuna regola, da nessuna parte, che mi vieti di partecipare ad un talk show: chi continua a sostenere questo dice il falso. Inoltre la Costituzione Italiana sancisce la libertà di espressione.
Leggendo i commenti a Lei dedicati sul blog di Grillo, i “più teneri” la accusano di vanità, opportunismo, personalismo, egoismo, facile arrivismo, presuntuosità camuffata dalla rivendicazione di maggiore democrazia… Cosa risponde a queste critiche?
Sono le loro “opinioni” o meglio “giudizi”, non hanno capito nulla e danno ragione a Grillo per partito preso.
Giovanni Favia, altro epurato eccellente del M5S, ha scelto di candidarsi alle politiche con la lista “Rivoluzione Civile”. A prescindere dal risultato ottenuto, come giudica la sua scelta? Ha ricevuto anche lei richieste di candidature? E cosa l’ha spinta a rimanere a Bologna?
Non giudico la scelta di Favia, la rispetto e basta. Quando è caduto l’ultimo Governo, poco dopo dichiarai che non mi sarei candidata per il Parlamento. Ero stata eletta in Comune e quello è il mio posto. Inoltre ritengo che per andare in Parlamento servano competenze ed esperienza che io ora non ho. Diverse forze politiche mi hanno lanciato segnali di apertura nei miei confronti, ma io ho sempre dichiarato che non mi sarei candidata.
Se quel 30 ottobre ormai famoso lei fosse rimasta a casa, piuttosto che partecipare a Ballarò, dove s’immaginerebbe oggi? A festeggiare con Grillo il successo elettorale o seduta in Parlamento fra gli “eletti pentastellati”?
Non lo so dove sarei, sicuramente non in Parlamento! Io ho sempre detto quello che pensavo e quando avevo delle critiche da fare le ho sempre fatte. Chissà, forse mi avrebbero cacciata comunque.
Sempre per ipotesi, se domani Grillo riconoscesse d’avere agito d’impulso nei suoi confronti e le chiedesse di ricucire lo strappo col Movimento, lei cosa risponderebbe?
Per quanto mi riguarda considerare tutto l’accaduto alla stregua di una scaramuccia personale lo trovo riduttivo e fuorviante. Si sono sovrapposte due vicende parallele: una vicenda personale e una politica. Prima ancora di risolvere quella personale, va risolta quella politica. Con le elezioni nazionali è emerso che il movimento è capitanato da Casaleggio che fa le regole, le fa rispettare, decide i contenuti, decide chi sta dentro e chi sta fuori, e Grillo è il suo emissario. Siamo di fronte ad una forza politica che ha il 25% ed è interamente gestite da una SpA, da un’agenzia di marketing. Prima di tutto dovrebbe cambiare questo sistema.
(ELEZIONI 2013: “CLOWN”, VINCITORI E VINTI…)
All’indomani delle elezioni, l’impressione è che Bersani ne esca da peggior vincente, Berlusconi da miglior perdente, Monti da professorino bocciato al primo esame e Grillo da unico, vero vincitore. Condivide?
Si, condivido.
L’aspirante cancelliere tedesco, il socialdemocratico Steinbrück, ha dichiarato di sentirsi inorridito dalla vittoria di due “clown” in Italia. Sottoscriverebbe questo giudizio?
No, io non sono inorridita, piuttosto sono preoccupata.
Alla domanda “Per chi ha votato?” lei ha mantenuto un assoluto riservo, rintanandosi dietro il principio della segretezza del voto. Se non posso porle questa domanda, posso almeno chiederle se questo è il risultato elettoraleche si augurava?
Sinceramente non so cosa mi auguravo, mi sarei aspettata un risultato più basso per Monti e Berlusconi e più alto per Ingroia e Bersani.
Molti continuano a qualificare il voto al M5S come un “voto di protesta”, tra le proteste, a loro volta, di eletti ed attivisti del Movimento. Come lo giudica lei?
E’ un voto di protesta e di speranza. Protesta perché molte persone, pur di non votare Bersani e Berlusconi, avrebbero votato qualsiasi cosa! Speranza perché la solita classe politica continua a fallire, e si spera che il nuovo possa essere diverso…
Oggi il Paese si ritrova un elettorato arrabbiato, un Parlamento “balcanizzato” e una prospettiva di stallo politico che rischia di gettar benzina sul fuoco del malessere sociale. Come ritiene si possa uscire da questo “cul de sac”? Crede che tocchi al M5S vestire i panni di forza di governo responsabile oppure che spetti a quelle stesse forze politiche che ci hanno condotto in questo vicolo cieco indicare una via d’uscita?
Spetta a tutte le forze politiche che siedono in Parlamento assumersi la responsabilità di governare, sono state votate per questo.
Una giovane elettrice del M5S, Viola Tesi, ha suscitato scalpore per una lettera a Beppe Grillo, già sottoscritta da oltre 150 mila internauti, con la quale suggeriva al comico genovese di sottoporre a Bersani un “papello” di 10 proposte concrete cui condizionare la concessione della fiducia ad un eventuale governo. Qual è il suo giudizio? E come spiega il fatto che la 24enne fiorentina è divenuta oggetto di feroci critiche e pesanti insinuazioni da partedel Movimento (c’è chi addirittura l’ha tacciata di essere una “infiltrata”)?
Funziona così, o sei allineato col “Grillo pensiero” o ti coprono di insulti.
Il più grande merito di Berlusconi è stato aver introdotto in Italia la democrazia dell’alternanza. La più grande ambizione di Monti era superare questo bipolarismo, disgregando i due poli e ponendosi come forza d’attrazione per un grande Centro. Adesso rischia Grillo di infliggere un colpo mortale al bipolarismo italiano?
Non credo che il problema sia il bipolarismo, ma la scarsa credibilità della classe politica a decretare il suo stesso colpo mortale. Che i poli siano due o tre cambia poco, hanno comunque fallito ed ha vinto chi non ha un passato politico, ovvero il M5S.
(GRILLO, IL M5S ED I 163 GRILLINI IN PARLAMENTO)
L’unica certezza post-elettorale è l’ingresso di una folta schiera di “grillini” in Parlamento. Quale sarà il loro ruolo e grado di autonomia? Saranno semplici cittadini “infiltrati” nelle Istituzioni o portavoce del leader?
Questo lo scopriremo solo vivendo… Le premesse non sono delle migliori. In questo momento la linea politica nazionale è decisa da Casaleggio, e Grillo fa da portavoce. I parlamentari hanno sottoscritto una condizione in virtù della quale s’impegnano ad affidare a Grillo la gestione della comunicazione e del budget parlamentare ad esso destinato (si parla di cifre che si aggirano intorno ai 10 milioni di euro l’anno!). Grillo sceglierà a quale agenzia affidare l’incarico. Sarà l’agenzia al servizio dei parlamentari o sarà l’agenzia a dettare la linea politica ai parlamentari?
Montecitorio e Palazzo Madama si trasformeranno ben presto in arene per gli eletti del M5S, mentre il vero gladiatore, Beppe Grillo, rimarrà fuori dal Palazzo. Lei crede che la verginità ed innocenza politica degli eletti grillini possa essere la loro principale virtù o il loro punto debole? Rischiano di fare la fine di giovani agnellini sacrificati sull’altare della “real politik” o sapranno farsi rispettare facendo gruppo?
Anche questo lo scopriremo solo vivendo…
(LE PROSPETTIVE DEL MOVIMENTO CINQUE STELLE)
L’essere giovane o vecchio non sono di per sé valori positivi o negativi: i valori negativi sono il mancato turn over a favore dei soliti noti (in questo caso “evergreen”). A Bologna, ad esempio, ci sono Consiglieri al sesto mandato e sono cinquantenni: anagraficamente ancora giovani, politicamente già obsoleti!
(DONNE E POLITICA)
Beppe Grillo, definendo i talk show come un “punto G”, un dispensatore di orgasmi femminili, ha arricchito la lunga serie di episodi di becero maschilismo, ai limiti della misoginia, che non si contano più in politica… Ha fatto notizia, ad esempio, la scelta del sindaco grillino di Mira di sostituire il proprio assessore, Roberta Agnoletto, “a causa della gravidanza”, ritenendo il suo stato interessante incompatibile con l’esercizio della sua funzione. Lei crede che per una donna sia più facile o più difficile rispetto ad un uomo far politica in Italia?
Indipendentemente da quanto accaduto nello specifico, è un dato di fatto che in Italia il mondo del lavoro, il mondo della politica siano ambienti prevalentemente maschili.