Costringe il figlio di 7 anni a mangiare le sue stesse feci: il piccolo è morto

I giudici australiani lo hanno definito "uno dei peggiori casi di abusi su minori registrati" nel Paese. Un bimbo è stato oggetto di violenze, soprusi e scherno per quattro mesi, fino al suo decesso, da parte della sua stessa mamma che costringeva anche i due fratellini più piccoli a picchiarlo. Ora la donna rischia l'ergastolo.

E’ uno dei peggiori casi di abusi su minori registrati in Australia quello che si sta per concludere in questi giorni con l’accusa di omicidio colposo nei confronti di una madre 26enne. La donna – il cui nome non è stato divulgato – ha sottoposto il suo bambino di sette anni a mesi e mesi di torture indicibili. Tra il gennaio 2013 e la sua morte, avvenuta nel maggio di quell’anno, il piccolino è stato affamato, picchiato, costretto ad indossare pannolini e a correre su una spiaggia, minacciato di botte, fino allo sfinimento. Nei mesi che hanno preceduto la sua morte, è stato anche costretto a mangiare i propri escrementi, stare in piedi su una scatola di caffè per ore e sottoposto a punizione in “stile militare”. Quando è morto il bimbo pesava solo 20kg e il suo corpo era disseminato di lividi, ferite infette e due fratture ossee.

Il comportamento della donna nei confronti del bambino era stata denunciato nel febbraio 2013 da un uomo che, viaggiando sul suo stesso treno partito da Sidney, era rimasto scioccato dal tono “molto duro e aggressivo” usato verso il piccolo, mentre tentava di fargli imparare le lettere dell’alfabeto. Il bimbo, che come appurato dagli inquirenti sarebbe andato a scuola solo 12 giorni durante i quattro mesi precedenti alla sua morte, riusciva a ricordarsi solo le prime cinque lettere. Per questo “è stato schiaffeggiato duramente e ripetutamente dalla madre”.

La donna, separata dal padre della piccola vittima, era andata a vivere col suo nuovo fidanzato una settimana dopo averlo conosciuto. Con lei oltre al bimbo di 7 anni, avuto dalla precedente relazione, anche gli altri due figli di 5 e 4 anni. Nella perquisizione effettuata nella abitazione, gli investigatori hanno trovato dei filmati nei quali si vede la mamma che tenta disperatamente di fare confessare i tre bambini dei falsi abusi sessuali subiti dal papà. Gli scarsi risultati nell’opera di convincimento hanno portato la genitrice ad accanirsi contro il più grande. In un video, il fratellino e la sorellina vengono incoraggiati a colpirlo, mentre il bimbo in lacrime viene accusato di essere un “bugiardo” .

Nel mese di marzo i bambini sono andati in vacanza in campeggio a Bulli Beach a sud di Sydney, dove altri campeggiatori non hanno potuto fare a meno di vedere il bimbo, singhiozzare, mentre veniva sgridato per aver bagnato i pantaloni (in realtà le mutandine del piccolo erano state appositamente riempite con del ghiaccio). Una donna afferma che il piccolo “stava morendo di fame” ed era costretto a guardare i suoi fratelli condividere pollo e un tortino a base di uova e pancetta, mentre al bambino veniva fatta bere solo acqua. Successivamente gli altri due, hanno affermato che il loro fratello più grande sarebbe stato costretto a “mangiare la sua cacca, e poi si è ammalato e vomitava sempre”. Il 21 maggio dello scorso anno la madre ha chiamato un’ambulanza, sostenendo che il piccolo era caduto mentre giocava sulle scala: “Ha battuto violentemente la testa, poi l’ho messo a dormire ed ora non si sveglia più” sono state le sue testuali parole riferite ai paramedici. I giudici però non le hanno creduto ed ora rischia l’ergastolo.

Tratto da www.fanpage.it ©

B.C., 1 Aprile 2015