Maltrattamenti animali in città: interviene l’assessore Riva
I recenti episodi di maltrattamenti di animali avvenuti in città hanno riportato all’attenzione, oltre che sulla crudeltà umana, sull’obbligo del rispetto delle leggi. Contro i comportamenti di questa natura interviene l’Assessorato
all’Ecologia del Comune che su iniziativa dell’Assessore Elena Riva ha voluto informare i cittadini sulle violazioni di legge in cui si incorre nel commettere il reato di maltrattamento o uccisione di animali. “Gli animali liberi o accuditi sono tutelati secondo il disposto della legge 281/1991. Nel caso in cui si ravvisassero gli estremi del maltrattamento sarà applicato quanto previsto dalla legge. Nello specifico, l’articolo 544 bis del Codice Penale prevede : chiunque, per crudeltà o necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da tre a diciotto mesi”.
Richiamato, inoltre, anche l’articolo 544 ter del Codice Penale che prevede: “chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da tre a otto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro”. La Polizia Municipale vigilerà nelle zone interessate dalla presenza di cani e gatti al fine di prevenire situazioni di maltrattamenti.
“Da ricordare – specifica l’Assessore Elena Riva – che la presenza dei gatti in diverse zone della città rappresenta una strategia naturale ed efficace di lotta alla presenza di piccoli animali, specialmente dei topi..”
Anche la LAV, lega antivivisezioni di Firenze, fa sentire la sua voce in merito agli episodi avvenuti ad Alghero che hanno visto come vittime cani e gatti randagi lapidati e torturati a morte da gruppi di balordi e teppisti: “In quanto cittadini che rispettano gli animali non possiamo accettare che crudeltà del genere restino impunite, che esseri senzienti vengano considerati meno delle cose nella scala dei valori di ogni individuo. Non possiamo accettare che in Sardegna la legge italiana non abbia diritto di cittadinanza e ci rifiutiamo di visitare una Regione dove la civiltà si misura con il metro del randagismo, abbandono e atti indegni”.