Tuvixeddu: vertenza infinita fra Coimpresa e Regione Sardegna
Alla fine del secolo scorso sembrava che i rapporti fra la Nuova Iniziative Coimpresa e la Regione Sardegna procedessero in tranquillità verso un Accordo di accettabile condivisione sulla possibilità edificatoria del colle cagliaritano di Tuvixeddu.
La controversia risale al periodo della Legislatura iniziata nel giugno del 2004 con il nuovo Presidente Renao Soru. Nel precedente periodo di fine secolo i rapporti fra la Nuova Iniziative Coimpresa, rappresentata legalmente dall’amministratore unico pro tempore Giuseppe Cualbu e la Regione Sardegna procedeva, spinto da un venticello semitranquillo, verso un Accordo di accettabile condivisione sulla possibilità edificatoria del colle cagliaritano di Tuvixeddu.La situazione assunse una rilevante frenata con la Legislatura iniziata nel giugno del 2004, in seguito ad un vincolo per un forte interesse culturale sulla base del Codice Urbani che portò al blocco dei lavori a Tuvixeddu e un rallentamento sull’Accordo di programma che tra l’altro prevedeva la realizzazione di “ un parco archeologico, un insediamento residenziale articolato in distinti comparti edilizi, infrastrutture varie e opere di urbanizzazione primaria e secondaria”.
L’Accordo fra Regione Sardegna, Comune di Cagliari, Nuova Iniziative Coimpresa e altri privati) stabiliva che le parti interessate avrebbero affidato, in caso di divergenza, ogni controversia ad un collegio arbitrale, solo dopo un preliminare tentativo di risoluzione in via amministrativa. Questo è stato il nodo centrale dell’Accordo che, come si legge nell’istanza, “nel luglio del 2009 Nuova iniziative Coimpresa, in ragione dei gravi inadempimenti della Regione, ha notificato un’istanza di risoluzione della controversia in via amministrativa. Una strada impossibile da seguire che aveva portato in seguito, il 19 aprile 2010, a una domanda di arbitrato e nomina di arbitro.
Il collegio arbitrale venutosi a costituire una volta accertato l’inadempimento della Regione ha quantificato l’entità del danno derivato alla NIC in 77 milioni e 827 mila euro più gli interessi e le spese legali a favore della Nuova iniziative Coimpresa., somma riconosciuta dal lodo arbitrale il 23 aprile del 2013. Ma a distanza di due anni dal primo lodo arbitrale la controversa vicenda è giunta nuovamente alle vie legali. Stando agli avvocati della Nuova Iniziative Coimpresa, l’Accordo di programma del Duemila è ancora valido, ma negli ultimi due anni non ci sarebbe stata alcuna risposta alla seconda istanza presentata relativamente al “risarcimento del danno complessivamente subito: un silenzio che potrebbe costare caro alle casse regionali”.