«Clandestini coccolati, Sassaresi abbandonati»
«Abbiamo scelto di contestare la vergognosa gestione dell'emergenza immigrazione nella nostra città - afferma in una nota CasaPound Italia - ed in particolare la possibilità che i clandestini vengano sistemati in appartamenti nel centro, come in piazza Castello o Via dei Mille, mentre decine di famiglie sassaresi sono costrette a dormire in macchina o ospiti da amici».
«Clandestini coccolati, Sassaresi abbandonati», «Sussidi e lavori socialmente utili: Prima i sassaresi», «L’immigrazione e’ una risorsa, per coop, Onlus e schiavisti!», «Agli immigrati le case in centro città, ai Sassaresi disoccupazione sfratti e povertà». Questi i testi di alcuni striscioni affissi la notte scorsa dai militanti della sezione sassarese di Casapound Italia per contestare la gestione dell’emergenza immigrazione in città.
«Abbiamo scelto di contestare la vergognosa gestione dell’emergenza immigrazione nella nostra città – afferma in una nota CasaPound Italia – ed in particolare la possibilità che i clandestini vengano sistemati in appartamenti nel centro, come in piazza Castello o Via dei Mille, mentre decine di famiglie sassaresi sono costrette a dormire in macchina o ospiti da amici. Ad aggravare la situazione le tragiche dichiarazioni del sindaco Nicola Sanna – si legge nella nota – che vorrebbe ricavare dal bilancio del comune dei fondi per dare un sussidio agli immigrati irregolari in cambio di lavori socialmente utili, ma non chiarisce in nessun modo come intenda sostenere i nuclei familiari di cittadini italiani che, dopo aver perso il lavoro, non arrivano più alla fine del mese».
«Sappiamo benissimo, e lo dimostrano le recenti inchieste in tutta Italia, – prosegue CasaPound – come dietro l’emergenza clandestini si nascondano spesso voti di scambio e ingenti guadagni per i titolari di Coop e finte Onlus per questo vigileremo affinchè simili episodi non si ripetano anche a Sassari». «Dal canto nostro – concludono – continueremo a sostenere le famiglie italiane con periodiche distribuzioni di alimenti e ricercando, in assenza delle istituzioni, soluzioni abitative alternative alle famiglie sassaresi sotto sfratto, restando coerenti alla nostra linea: Prima i Sassaresi».