Alghero, sotto il vestito niente
In città è boom di presenze, ma dietro la facciata ridente e scintillante presentata ai turisti si nasconde un'economia povera che non riesce a ripartire.
Non ci sono ancora statistiche ufficiali che certifichino il numero complessivo delle presenze turistiche in questa prima parte di stagione, tuttavia la realtà è ben evidente a tutti. Ed anche se gli operatori del settore, più per scaramanzia che per altro, ostentano prudenza, la verità non si può certo nascondere. Alghero è piena come un uovo. Una situazione non nuova per la città e che tuttavia, pur tra alti e bassi dettati dai cicli congiunturali, non è riuscita negli anni a regalare ai suoi cittadini quel benessere diffuso, che ci si sarebbe lecitamente atteso.
Qual è il problema? Sbagliamo tutti noi ad avere questo tipo di aspettativa? O, viceversa, essa è lecita, ma qualcosa ne impedisce il compimento? Probabilmente entrambe le domande sottendono ad una parte di verità. In fondo, credere che una cittadina come Alghero, con circa 45.000 residenti, possa vivere di solo turismo, non solo è una sciocchezza bella e buona, ma può, per l’appunto, ingenerare aspettative ingannevoli. È vero, peraltro, che se ben gestito, il settore turistico, potrebbe si, rappresentare il pilone portante dell’economia cittadina; anche se non l’unico. Ma allora, è chiaro che se da una parte c’è bisogno di puntare di più su settori alternativi, capaci di compensare e integrare la spinta economica complessiva, dall’altra occorre sicuramente fare turismo in modo più attento e mirato, affinché si trasformi nei fatti e con i risultati economici, nel vero settore trainante del territorio.
La realtà odierna, purtroppo, è quella che vede scontenti tutti. Si lamentano i residenti; quelli che a fronte di una qualità della vita notevolmente peggiore nei mesi caldi, non hanno, e nemmeno percepiscono, una ricaduta economica tale da fargli ben sopportare certi sacrifici; come il chiasso notturno, il traffico impazzito, la mancanza di parcheggi (a cui invece corrispondono le multe a iosa), le file ovunque, l’aumento degli incidenti e della piccola criminalità in genere, è così via. Si lamentano gli operatori turistici, i gestori di bar e ristoranti, che vorrebbero far di più, ma non possono, stretti da un quadro normativo che glielo impedisce. Si lamentano gli ospiti; che, aldilà del beneficio prodotto dall’essere in un luogo paesaggisticamente accattivante, non hanno a disposizione quei servizi più elementari che sono abituati a ricevere altrove (primi fra tutti, i servizi in spiaggia; servizi igienici, passerelle per disabili, ecc.)
Una realtà, quindi, che in questo momento, non fa bene a nessuno. Eppure, un dato certo ce l’abbiamo: Alghero ed il suo comprensorio hanno un forte potere attrattivo. Questo, rispetto ad altre località, è un vantaggio competitivo enorme, una base di partenza che ci favorisce. Tocca a noi, adesso, come comunità tutta ed attraverso chi la rappresenta, trovare la quadratura del cerchio. Questa amministrazione attuale, in particolare, che si definisce “diversa” da tutte le precedenti, ha la straordinaria opportunità di aiutare Alghero a riscrivere la sua storia, riportandola ai fasti di quello che fu un passato, tanto antico quanto glorioso.