Il grande e potente Oz arriva al Miramare
Chi non ricorda la piccola Dorothy cantare la splendida “Over the Rainbow” nell’ormai leggendario Il Mago di Oz, film capolavoro del 1939? Questa pellicola racconta proprio i fatti antecedenti a quelli narrati nel film diretto da Victor Fleming, con una sceneggiatura completamente originale che non prende spunto da nessuno dei quattordici libri scritti dallo scrittore americano Frank L. Baum, ambientati nell’immaginario mondo di Oz. E’ la storia di Oscar Diggs, uno di quei maghi che si trovano nelle fiere di paese, un prestigiatore che ha nella magia e nelle donne i suoi due più grandi interessi. Scappando dalle grinfie di un suo acerrimo nemico si arrampica su una mongolfiera che verrà aspirata da un gigantesco tornado nel regno di Oz, un mondo magico in cui aleggia un’antica profezia: l’arrivo di un potente mago in grado si sconfiggere la strega cattiva.
Parte proprio da qui l’avventura del povero Oscar che, ben presto, incontrerà le tre streghe Theodora, Evanora e Glinda che faranno di tutto per smascherarlo, convinte che lui non sia il grande mago che l’intero mondo attende da tempo immemorabile. Un ottimo fantasy che mette in risalto soprattutto gli effetti speciali che irradiano di colori innaturali il mondo visionario in cui si dipana la storia, tra animali parlanti, creature di pura magia e streghe più o meno cattive. La critica si è divisa sul progetto consegnato alla regia di Raimi, messo sotto accusa per aver strizzato l’occhio alle atmosfere dark e comunque particolari realizzate da un altro regista visionario, quel Tim Burton che con Alice in Wonderland ha decisamente lasciato il marchio sul genere fiabesco che sta tanto andando di moda negli ultimi tempi.