Torino: iniettava farmaci al figlio di 5 anni per farlo star male, condannata a 7 anni
La donna riconosciuta semi inferma di mente: soffre della sindrome di Münchhausen per procura che l'avrebbe spinta ad arrecare un danno fisico al figlio per attirare l'attenzione su di sé
Iniettava al figlio dosi controllate di farmaci per provocargli stati di malessere diffuso e ricoveri ospedalieri per poi potergli stare vicino e curarlo. Per questo una infermiera torinese è stata condannata a sette anni di carcere dal Giudice per le udienze preliminari nel processo con rito abbreviato presso il tribunale del capoluogo piemontese. Il Gup infatti ha riconosciuto la donna colpevole del reato di tentato omicidio, ma ha accolto anche la richiesta della difesa di dichiarare la donna semi inferma di mente. Come stabilito dalle perizie psichiatriche disposte dagli inquirenti in effetti la donna soffrirebbe della sindrome di Munchausen per procura, un disturbo mentale che affligge per lo più donne madri e che le spinge ad arrecare un danno fisico al figlio per attirare l’attenzione su di sé. I fatti risalgono all’estate del 2014 quando l’infermiera 42enne di un ospedale a Torino viene incastrata dalle telecamere del nosocomio mentre somministra insulina al figlio, rischiando di avvelenarlo.
A piazzare le telecamere erano stati i carabinieri su indicazioni dei sanitari dell’ospedale. A mettere in allarme i medici i diversi ricoveri del piccolo che si erano susseguiti nei mesi fino ad una lunga degenza, ma soprattutto il fatto che le condizioni di salute del bambino si aggravavano sempre ogni volta che la madre andava a trovarlo in ospedale. La donna smascherata e arrestata aveva negato ma dagli interrogatori era emerso il suo stato di malessere psicologico che ora l’ha portata al ricovero in una clinica specializzata. “Non siamo per nulla soddisfatti della sentenza” ha spiegato però l’avvocato della signora, annunciando il ricorso in appello. “Dal nostro punto di vista non c’è mai stata volontà di uccidere il bambino da parte della nostra cliente. Avremmo auspicato al massimo una condanna per lesioni, tanto più che ora si sta facendo curare” ha sottolineato il legale.
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