UDC – Bruno, è crisi politica e di rapporti
Fine della tregua armata e il secondo partito della coalizione dice stop al cerchio magico.
I malumori, ormai poco latenti, all’interno della giunta Bruno tra UDC e alleati hanno una doppia causa. Da un altro alcune questioni politiche, vedi in particolare la posizione dello scudocrociato su Res Publica e l’occupazione dell’ex Caserma dei Carabinieri. Dall’altro l’atteggiamento spesso molto duro del sindaco nei confronti di alcuni consiglieri e assessori.
In questi mesi è tornata di moda l’espressione “cerchio magico”, a palesare il fatto che alcuni consiglieri e assessori abbiano col sindaco rapporti privilegiati rispetto ad altri. E il gruppo dell’UDC sta, appunto, tra “gli altri”. La politica si sa, spesso è più forma che sostanza, e dunque spesso prevalgono i rapporti interpersonali rispetto al colore della maglietta indossata.
La tregua armata, firmata dopo le dimissioni di Lelle Salvatore da delegato al bilancio, sembra già finita. Dimissioni, a proposito di difficoltà nei rapporti, arrivate dopo un duro attacco verbale subito dall’ex Assessore proprio da Mario Bruno.
Agli addetti ai lavori non è passato inosservato il voto favorevole dell’UDC – unico consigliere presente Pulina, assenti Marino e Loi – alla mozione di Forza Italia su Abbanoa ma soprattutto la pesante assenza di entrambi gli assessori scrudocrociati -Bamonti e Ansini – durante tutto il Consiglio Comunale di ieri. Due chiari segnali in neanche una settimana lanciati dagli uomini di Usai ai compagni di coalizione.
Messaggi che non hanno naturalmente lasciato indifferente il primo cittadino, il quale si trova ora a dover fare delle scelte importanti: continuare sulla sua strada e con il suo atteggiamento o ammorbidire le proprie posizioni a favore dell’UDC.
In gioco c’è il proseguo dell’esperienza amministrativa perché «o si cambia o si cambia, non siamo più disposti a farci trattare così» fanno sapere i seguaci di Oppi.